Povero uomo, il nostro Zaccaria. Certamente ognuno di noi ha fatto esperienza di queste situazioni, in cui, di fronte a Qualcuno che sentiamo più grande di noi, o almeno con più esperienza, cerca di dirci qualcosa che noi riusciamo comprendere solo fino a un certo punto, ma per timore non sappiamo più se fare ulteriori domande o tacere. Delle volte è solo confusione, altre volte invece veramente e realmente vogliamo avere l'ultima parola su ogni cosa, e questo per tanti motivi: può essere per via del nostro temperamento che non conosce freni, altre volte perché ci sembra di sapere meglio, altre volte ancora perché in fondo siamo insicuri e il poter sempre rispondere ci dà l'impressione di tenere le cose in mano e di non perdere il controllo. Così Zaccaria si trova di fronte ad un mistero e certamente in qualche modo si sente insicuro. Soprattutto di fronte alle parole assurde e incomprensibili di Gabriele. Ebbene, visto che cerca di fare obiezioni, Gabriele permette da parte di Dio, che venga tolta a Zaccaria la parola. Sì, perché ciò che Dio vuole, lo compie, nonostante tutte le nostre insicurezze e obiezioni. Alle volte infatti l'unica cosa che permette a Dio di operare nella nostra vita è quando siamo messi completamente a tacere: quando ci sentiamo privi di quella parola che nella vita umana significa possibilità di comunicare, di creare, ma che in fin dei conti permette a Dio di agire. Sì, perché in Zaccaria ci possiamo rivedere un po' tutti: prega e vive desiderando una cosa sola e quando finalmente le sue preghiere vengono esaudite, pone mille interrogativi e vuole per forza razionalizzare. Non che abbia tutti i torti, ma Dio non ha bisogno di tutto ciò, per operare quel che è sua Volontà. In questo caso il fatto che a Zaccaria sia mancata la parola, non è punizione, ma è una forma di protezione davanti a ulteriori ostacoli e sofferenze che egli stesso era pronto ad infliggersi.
L'ultima parola infatti appartiene sempre a Colui che è la Parola.