lunedì 27 settembre 2021

le connessioni

 


Lc 9,46-50

Non so se ti fermi mai a pensare a quest'ultima frase di Gesù del brano del Vangelo di oggi... chi non è contro di voi, è per voi. Pensa a una persona/un gruppo di persone con cui non ti sei mai sentito in sintonia o con cui hai perso la sintonia. Spesse volte viviamo la modalità di rapporto con loro come per costrizione, con una netta sensazione di un separé in mezzo. Dunque, anche se fanno o o dicono qualcosa, anche una sola cosa, su cui siamo concordi, comunque non gli diamo più la possibilità di ripresa di relazione. Esattamente così i discepoli nel brano del Vangelo. Ebbene, il Signore ci insegna l'esatto contrario. E probabilmente molti moralisti, ne restano scandalizzati, come quando egli si sedeva con i peccatori a tavola. No, Gesù non è ipocrita, che si schiera con chi gli è più comodo, nel momento in cui gli è comodo. Gesù ci fa vedere come trovare le connessioni. Viviamo in una cultura segnata da secoli dalle differenziazioni, dall'andare sempre più nel dettaglio, creando tanti gruppi e sottogruppi, basta guardare anche la stessa politica che fatica a trovare punti di connessione o a metterli in risalto per il bene comune. Le differenze sono da sempre e  per sempre ricchezza, ma solo ed esclusivamente, se nella differenza riusciamo a sottolineare il bene che ci lega, e a camminare nella fratellanza, facendo risaltare ciò che ci unisce, al di là di ciò che ci separa gli uni dagli altri. Perché, come spesso ci diciamo "è tutto collegato", perché crediamo che tutto viene da Dio e a Lui deve ritornare, per cui il principio di vita, se lo seguiamo, potrà portarci a quegli agganci che ci permettono di regalarci e di condividere le forze che abbiamo. Specie questi ultimi difficili tempi, ci mostrano quanto siamo deboli su questo punto, ma quanto, mettendo in comune ciò che siamo e abbiamo, possiamo davvero far prevalere le connessioni. E questo fa sì che il nemico torna ad essere amico, perché l'esperienza di poter costruire insieme, anche su quell'unica virgola che ci accomuna, si trasforma nel comune sforzo di crescita. E questa esperienza cambia davvero la vita, facendoci sperimentare che da soli, gli uni senza gli altri, non andiamo da nessuna parte. 

martedì 21 settembre 2021

tu non stai bene...

 

Mt 9,9-13

Cosa rispondi quando ti chiedono come stai? Non nascondiamolo: di solito anch'io rispondo bene, bene. Ci sono quelle volte che so che sto mentendo. Ci sono contesti in cui non ci si dilunga sul proprio ben o malessere. Ma resta vero che siamo abituati a mostrarci forti, non bisognosi di sostegno, autosufficienti, resistenti, combattenti ecc ecc. Élite insomma. La crema del mondo. Ma poi ci sono i cuori spezzati, le lacrime notturne e anche diurne, le battaglie portate avanti in silenzio, le violenze di qualsiasi tipo, subite... Va bene o non va bene così? Come sarebbe se ogni nostro dialogo iniziasse dallo scambio sul nostro stato d'animo? Come cambierebbero i dialoghi stessi, se, io che dialogo con te, ad esempio sulle cose del lavoro, sapessi che tu non stai dormendo da un po' di tempo per una preoccupazione o se tu, parlando con me di altre cose, sapessi che vivo delle sofferenze in famiglia? Non sarebbero degli scambi più umani? Tipo: prima di parlare di altro, diamoci due carezze, sentiamoci vicini. Ma ciascuno di noi ha anche fatto esperienza di essersi aperto con qualcuno che non sapeva far tesoro della nostra apertura, ci siamo feriti, per questo oggi preferiamo dire, come di consueto: tutto bene, grazie. Siamo abituati che certe cose non si fanno o non si dicono. Schemi prestabiliti, trasmessi dalla società. Ed ecco Gesù che rompe gli schemi. Non chiede nulla a nessuno ma va direttamente da quelli che sono i "malati" della società. Loro non possono dire che stanno bene, perché la loro condizione è pubblica, quindi non hanno scuse, restano allo scoperto, sono vulnerabili. E Gesù assicura a coloro che gridano allo scandalo, che no, non si è sbagliato, è venuto sulla terra proprio per loro, perché non sanno e non possono nascondere il loro malessere. Così viene anche da noi. Ovvio, questo solo se vogliamo definirci malati e in giornata intrattenerci con Lui che ascolta e ama le nostre fragilità. Si, è così, tu non stai bene e io non sto bene. Ma siamo sicuri che Lui è con noi. E poco importa cosa pensano gli altri. Se non ammettiamo di essere malati, non possiamo ricevere l'amore che è cura gratuita, che è un ricevere senza avere in cambio nulla. Ricordati, sei chiamato perché sei malato.  







sabato 11 settembre 2021

un ascolto che scava

 


Lc 6,43-49

Nel brano di oggi mi colpisce particolarmente un'espressione, usata da Gesù. Egli dice che chi ascolta le sue parole è come se stesse scavando molto in profondità per porre le fondamenta e poi costruire la propria casa. Scavare nella profondità della roccia, è un lavoro molto molto arduo, che richiede tanta forza e tanta perseveranza, oltre che tempo. Quasi un lavoro impossibile, assurdo e irrealizzabile da soli. Precisamente come quando come ci mettiamo a scavare nel nostro cuore. Ci passa la voglia, ci perdiamo in mezzo ai nostri pensieri, desideri, emozioni, sentimenti. Non sappiamo da quale punto iniziare, ci disperiamo, magari riusciamo a scavare un pochino, dopo però ci sembra di nuovo troppo dura, ci tiriamo indietro, ci diciamo "ora basta", oppure ci facciamo a un certo punto la convinzione che "è sufficiente" così e ci accomodiamo su ciò che abbiamo "raggiunto". Fino alla prossima ondata violenta del fiume, di qualcosa che ci investe fortemente dal di fuori, che ci mette in discussione, che ci crea un'interiore "scomodità". Allora appare il bruciore interiore, qualcosa vacilla, nascono emozioni improvvise, quali rabbia, sconcerto, sorpresa. Segno che qualcosa non è stato approfondito sufficientemente. Allora forse si ricomincia a scavare un po' di più. Oppure no. Si può anche far finta di nulla, lasciar passare l'emozione e andare avanti facendo finta di nulla, fino alla prossima ondata. La casa della nostra vita, pur dando apparenza di stabilità, sarà sempre più o meno vacillante, ci piaccia o no. Ma si può rafforzare, se abbiamo la tenacia di andare in profondità, scavando. E al contrario, si può indebolire se non lo facciamo. 

Ci sono tanti modi di vivere la nostra fede. Ne voglio sottolineare 4. Ci sono persone che hanno sempre Dio e il Vangelo sulla bocca, ma la vita è un'altra cosa, purtroppo. Poi ci sono quelli che parlano di Dio e la loro vita è coerente con ciò che dicono (nel limite dell'umano ovviamente). E ancora abbiamo quelli che di Dio non parlano o quasi mai. Tra di loro quelli che non ne parlano perché non lo considerano e quelli che non ne parlano, perché la loro vita ne parla sufficientemente. Qual è la modalità giusta? Non lo so, dato che poi ci sono anche tante altre modalità, sfumate. Ma mi sembra di capire che, se è come dice Gesù oggi, che ognuno dal tesoro del proprio cuore trae ciò che è coerente con la sua vita, allora molte parole in realtà non servono, perché vengono comunque risciacquate dalle onde del fiume in piena. Mentre se con l'ascolto della parola del Signore, stiamo scavando abbastanza, allora prevale proprio quello, l'ascolto, e quello dà frutti visibili. 

martedì 7 settembre 2021

chiamati per nome



Lc 6,12-19


Un elenco di nomi. Noioso. Non appena vediamo un elenco di nomi, ci viene da pensare che quello che abbiamo davanti è una cosa noiosa, un'ennesima pila di documenti o quant'altro. L'evangelista Luca ci propone un elenco, quello dei nomi dei dodici apostoli, i primi 12. Il fatto che siano stati i primi inviati, può in parte spiegare, perché sia importante riportarne i nomi. 
Ma forse c'è una ragione più importante ed è la preziosità di ciascuno di noi. Dio chiama e invia ciascuno di noi, ognuno per una missione che è sfumatura diversa dell'amore di Dio verso l'umanità. Per questo ognuno di noi è pensato, amato e chiamato precisamente per nome, non come massa o come appartenente ad un determinato gruppo o famiglia. Per nome. Ti chiama per nome, ti dice il suo amore, ti dice il suo amore da portare nel mondo. Ti guarda, ti ama e ti chiama. Non potrai perderti se non nel suo sguardo. Vai, scopri la sfumatura dell'amore di Dio che sei, portalo nel mondo!

venerdì 3 settembre 2021

Liberi o schematizzati?

Lc 5, 33-39

"Si è sempre fatto così". La fatidica frase che deve rivendicare un presunto bene, diventa rivelatrice di un rischio tanto grande quanto subdolo... Comode le nostre sicurezze: chi ce le tocca? Tutti digiunano, anch'io digiuno, anche tu devi digiunare, siamo a posto. Non importa se è momento giusto, che cosa è bene per una singola persona...lo facciamo tutti e così "siamo al sicuro". E così, andiamo avanti, tanto si è sempre fatto così e siamo convinti dentro di noi che la sicurezza ci verrà da questa ripetizione infinita degli "schemi salvifici". Poi però ci lamentiamo, perché le giornate sono tutte uguali, perché non arriviamo mai a nessun "dunque" nella nostra vita... Anche questa può essere quella che Papa Francesco chiama la vita da "divano", rischio tanto per le nuove che per le vecchie generazioni. E se decidessimo di liberare questi nostri due muscoli fondamentali: il cuore e il cervello? Se cominciassimo ad allenarci ad usarli costantemente, per leggere i segni dei tempi, per mettere in moto una carità creativa? Se invece di ripetere gli schemi, laddove essi risultano obsoleti, cominciassimo a fermarci, da soli o meglio ancora, insieme, per vedere cosa è che oggi ci chiede la vita? Forse non ci chiede il digiuno...forse appunto finché lo Sposo è con noi, non c'è da digiunare, ma da stare consapevolmente al cospetto del mondo, del prossimo e della vita. E questo comporta la capacità di pensare ogni volta che si fa una scelta: perché saper scegliere il bene non è scontato, ma è espressione della massima libertà, il più bel regalo che Dio ci fa. 

mercoledì 1 settembre 2021

il male che parla di Dio


 

Lc 4,38-44

Leggendo e rileggendo la Parola di oggi mi colpisce vedere su cosa si concentra Gesù. Entra nella casa di Simone e, vedendo la suocera sofferente, comanda alla febbre. Successivamente, guarendo molte persone, minacciava i demoni. Non si rapporta (e non considera un problema), la persona in sé. ma la malattia, il male. Questo è già un grande insegnamento per noi, per quei momenti in cui, per via di una "malattia", difetto, incomprensione, differenza, ecc., abbiamo la voglia istintiva di "buttare via" tutta la persona, tutta una relazione. Il Signore ci insegna che la persona è preziosa, che ha un valore inestimabile, che è stata salvata da Lui. Quel che Egli fa oggi è separare la persona dal suo male e guarire il male, per aiutare la persona ad essere se stessa. Un compito tutto cristiano, non pretendere la perfezione e comprendere, a partire dallo sguardo introspettivo su noi stessi, di non essere tutti feriti e "malati" di qualcosa. E, paradossalmente, sono proprio questi lati bui della nostra vita, che parlano di Dio e della necessità di accogliere la sua salvezza in ogni angolo della nostra vita e della nostra persona. Se facciamo questo cammino, allora saremo capaci di accogliere, sebbene spesso con fatica, gli altri, portatori di "malattie" e disfunzioni. I demoni chiamano Gesù svelando la sua vera identità, esattamente così come le nostre difficoltà e problemi, che sono lì in attesa di incontrare la salvezza, nella quale Dio si rivela quello che è, perché se non avessimo lati negativi, non avremmo bisogno di Lui e della sua salvezza. La preziosità della persona umana sta infatti non nella mancanza dei difetti, ma nella capacità di accogliere Dio e la sua azione, che svela il lato buono e bello di ogni cosa.