martedì 21 settembre 2021

tu non stai bene...

 

Mt 9,9-13

Cosa rispondi quando ti chiedono come stai? Non nascondiamolo: di solito anch'io rispondo bene, bene. Ci sono quelle volte che so che sto mentendo. Ci sono contesti in cui non ci si dilunga sul proprio ben o malessere. Ma resta vero che siamo abituati a mostrarci forti, non bisognosi di sostegno, autosufficienti, resistenti, combattenti ecc ecc. Élite insomma. La crema del mondo. Ma poi ci sono i cuori spezzati, le lacrime notturne e anche diurne, le battaglie portate avanti in silenzio, le violenze di qualsiasi tipo, subite... Va bene o non va bene così? Come sarebbe se ogni nostro dialogo iniziasse dallo scambio sul nostro stato d'animo? Come cambierebbero i dialoghi stessi, se, io che dialogo con te, ad esempio sulle cose del lavoro, sapessi che tu non stai dormendo da un po' di tempo per una preoccupazione o se tu, parlando con me di altre cose, sapessi che vivo delle sofferenze in famiglia? Non sarebbero degli scambi più umani? Tipo: prima di parlare di altro, diamoci due carezze, sentiamoci vicini. Ma ciascuno di noi ha anche fatto esperienza di essersi aperto con qualcuno che non sapeva far tesoro della nostra apertura, ci siamo feriti, per questo oggi preferiamo dire, come di consueto: tutto bene, grazie. Siamo abituati che certe cose non si fanno o non si dicono. Schemi prestabiliti, trasmessi dalla società. Ed ecco Gesù che rompe gli schemi. Non chiede nulla a nessuno ma va direttamente da quelli che sono i "malati" della società. Loro non possono dire che stanno bene, perché la loro condizione è pubblica, quindi non hanno scuse, restano allo scoperto, sono vulnerabili. E Gesù assicura a coloro che gridano allo scandalo, che no, non si è sbagliato, è venuto sulla terra proprio per loro, perché non sanno e non possono nascondere il loro malessere. Così viene anche da noi. Ovvio, questo solo se vogliamo definirci malati e in giornata intrattenerci con Lui che ascolta e ama le nostre fragilità. Si, è così, tu non stai bene e io non sto bene. Ma siamo sicuri che Lui è con noi. E poco importa cosa pensano gli altri. Se non ammettiamo di essere malati, non possiamo ricevere l'amore che è cura gratuita, che è un ricevere senza avere in cambio nulla. Ricordati, sei chiamato perché sei malato.  







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