giovedì 20 dicembre 2018

l'ultima parola

Lc 1,5-25

Povero uomo, il nostro Zaccaria. Certamente ognuno di noi ha fatto esperienza di queste situazioni, in cui, di fronte a Qualcuno che sentiamo più grande di noi, o almeno con più esperienza, cerca di dirci qualcosa che noi riusciamo comprendere solo fino a un certo punto, ma per timore non sappiamo più se fare ulteriori domande o tacere. Delle volte è solo confusione, altre volte invece veramente e realmente vogliamo avere l'ultima parola su ogni cosa, e questo per tanti motivi: può essere per via del nostro temperamento che non conosce freni, altre volte perché ci sembra di sapere meglio, altre volte ancora perché in fondo siamo insicuri e il poter sempre rispondere ci dà l'impressione di tenere le cose in mano e di non perdere il controllo. Così Zaccaria si trova di fronte ad un mistero e certamente in qualche modo si sente insicuro. Soprattutto di fronte alle parole assurde e incomprensibili di Gabriele. Ebbene, visto che cerca di fare obiezioni, Gabriele permette da parte di Dio, che venga tolta a Zaccaria la parola. Sì, perché ciò che Dio vuole, lo compie, nonostante tutte le nostre insicurezze e obiezioni. Alle volte infatti l'unica cosa che permette a Dio di operare nella nostra vita è quando siamo messi completamente a tacere: quando ci sentiamo privi di quella parola che nella vita umana significa possibilità di comunicare, di creare, ma che in fin dei conti permette a Dio di agire. Sì, perché in Zaccaria ci possiamo rivedere un po' tutti: prega e vive desiderando una cosa sola e quando finalmente le sue preghiere vengono esaudite, pone mille interrogativi e vuole per forza razionalizzare. Non che abbia tutti i torti, ma Dio non ha bisogno di tutto ciò, per operare quel che è sua Volontà. In questo caso il fatto che a Zaccaria sia mancata la parola, non è punizione, ma è una forma di protezione davanti a ulteriori ostacoli e sofferenze che egli stesso era pronto ad infliggersi. 
L'ultima parola infatti appartiene sempre a Colui che è la Parola. 



domenica 2 dicembre 2018

Colui che si confida con te

Sal 24

E finalmente l'Avvento è qui!
Siamo abituati a renderlo, nella chiesa, con i vari simboli, come la corona dell'Avvento, qualche scritta particolare, poster, colore liturgico viola, canti che parlano dell'attesa e della vicinanza di Dio. Anche le letture che ci introducono in questo tempo, tutto sommato chi va in chiesa, le conosce, sono quelle che annunciano cose misteriose che devono venire, devono accadere. 
Mi spingo oltre: probabilmente molti di noi coinvolgono anche la propria emotività in questa attesa: è quasi Natale, con tutti i suoi sentimenti propri, una luce che si accende oggi, domani un'altra, fino alla grande luce del 25 dicembre. Sappiamo bene che un senso tira l'altro e che non ci scappa una risonanza emotiva quando lo sguardo cattura una cosa che richiama un'atmosfera, ecc. ecc. Tutto vero, bello e plausibile, se ci porta a far nascere in noi e attorno a noi il vero Portatore di Bene. 
Invece oggi, entrando in questo clima, ha attratto la mia attenzione il salmo della liturgia di questa domenica. In traduzione nuova, soprattutto un versetto: Il Signore si confida con chi lo teme. Una volta era: Il Signore si rivela a chi lo teme. Forse  non c'è molta differenza tra le due traduzioni, ad un primo colpo d'occhio, ma ho notato quanto calore al cuore (a proposito dell'emotività), può provocare il pensiero che il nostro Dio è pronto a confidarsi con noi. Il rivelarsi parla pure dell'apertura e dell'avvicinarsi, anche nelle relazioni umane, ma il confidarsi, ha un sapore diverso. E' espressione altissima di intimità, di sconfinata fiducia, di sponsalità, di condivisione dell'anima. Non è uno spettacolo di una rivelazione da guardare a bocca aperta e con gli occhi spalancati. E' invece una vicinanza, un accorciare le distanze, un guardarsi negli occhi e parlare di sé. E lo fa Dio nei nostri confronti, se noi "lo temiamo", cioé se noi riconosciamo l'importanza della sua amicizia e della sua vicinanza nella nostra vita. Ecco cosa è l'Avvento. E' Dio che vuole confidarsi con noi. E' un Dio così vicino che ci sussurra all'orecchio le parole di quell'Amore, di quell'alleanza, che presto si faranno carne, quando Egli stesso diverrà uomo. E' il Creatore che si confida con la sua creatura, in attesa di divenire uno con lei, incarnandosi nella sua stessa carne. Buon Avvento a tutti noi, allora, attenti a quel Dio che ci cerca nel quotidiano, per confidarsi con noi!