domenica 30 maggio 2021

non capirci niente

Mt 28,16-20
Comunque andare, anche quando ti senti svanire... Così canta Alessandra Amoroso. E io oggi ascoltando mi domando se per caso i discepoli oggi si sentono svanire anche loro, almeno un po'? Non è passato molto tempo da quel momento in cui erano praticamente convinti che tutto ciò che avevano vissuto con il Signore, fosse una farsa. Lì sicuramente sarà stato un momento in cui si erano sentiti morire... Però Lui è risorto! L'hanno visto, si è riaccesa la speranza della sua Presenza, ma ecco, ora lo vedono sparire di nuovo. Come dunque andare avanti? E' come con ogni persona cara: se la vedi andarsene, addirittura ripetutamente, ogni volta se ne va un pezzo del tuo cuore. Ed è normale che sia così. E ogni volta occorre trovare la propria dimensione per continuare a vivere. Loro si prostrano, cercano di accettare il fatto più grande di loro a cui stanno assistendo. Ma nel cuor loro dubitano. Ecco, devono andare anche nel dubbio. Il Signore, che conosce i cuori, sa che loro stanno di nuovo dubitando, che sono lì come su delle sabbie mobili. E, consapevole di questo, li invia. Si, si tratta di andare anche o proprio perché ci sono dei dubbi nel cuore. Forse è proprio qui il punto cruciale della giornata di oggi: che se tu non hai dei dubbi, non metti in discussione te stesso, gli altri, la relazione con Dio, non puoi essere un inviato credibile. Se sei troppo sicuro di te, troppo fissato, potrai portare in giro delle dottrine rigide, quelle che non si mettono in discussione, ma non avrai né davanti né dietro a te quell'alone dello Spirito che ti e ci trascina dove vuole Lui, senza darci sicurezze e scombinando ogni volta tutti i piani prestabiliti. Qui sta la vita vera. Comunque andare, anche solo per capire o per non capirci niente, però all'amore poter dire: ho vissuto nel tuo nome. Buona festa della Trinità!



sabato 22 maggio 2021

sul tuo sentiero

Gv 21,20-25

La vita è tutta un'arte di equilibrio tra il prenderci cura di noi stessi e dei fratelli, senza andare negli eccessi. Quando ci curiamo eccessivamente di noi stessi, diventiamo potenzialmente egoisti, quando lo facciamo con gli altri, scattano vari meccanismi, tra cui il cosiddetto "farsi gli affari degli altri". Gesù probabilmente trova questo sbilanciamento in Pietro oggi, e vuole farlo ritornare sul suo sentiero. Pietro vuole sapere cosa sarebbe successo con il "discepolo amato"... chissà per quale motivo. Forse davvero perché si preoccupa di lui, forse perché sono amici, forse per una semplice curiosità... in ogni caso Gesù è chiaro: "a te che importa? tu seguimi!" Cura per primo il tuo cammino, perché da questo dipenderà poi l'incisività della tua vita in quella degli altri, il tuo essere vero amico e fratello degli altri. Pietro, tra una caduta e un inciampo, ci è riuscito così bene, da vedersi affidato tutto il gregge di Dio. Significa, decisamente che, in questa ricerca di equilibrio, ce la possiamo fare anche noi!

venerdì 14 maggio 2021

amare il ripido

Gv 15,9-17
Sono i Vangeli che ci portano sempre più in alto, quelli di questi giorni... chi mi conosce, sa che a me piace camminare...e sa che a me piace particolarmente camminare in montagna. Tanto che una volta un'amica mi disse: certo tu in montagna cammini così contenta, che è quasi come se volessi dire: se non è ripido, non c'è gusto. Credo che per quanto riguarda me, abbia centrato il discorso. E mentre leggo il Vangelo di oggi, mi sembra che sto salendo una montagna e quando guardo in alto, vedo compiuto ciò che esso dice: mi sento attirata dalla cima, e vedo che, per quanto sia maestosa e paia irraggiungibile, in alto o forse semplicemente oltre il punto della vita in cui mi trovo, c'è l'amore più grande, quello di dare la vita per gli amici. Lì, in cima, mi sembra, il nostro frutto rimane. Si gusta quel frutto della stanchezza, della fatica, del ricominciare per amore... ma subito appare una nuova montagna, o montagnetta. E così va la vita. E mi vengono in mente queste parole di Kahlil Gibran, che un bel po' di anni fa mi ha dedicato un'altra amica, (che ormai ha raggiunto il Signore e cui frutto, oh si, è rimasto!!!). E allora faccio mie anche oggi con queste parole e ve le propongo.
Quando l'amore chiama, seguitelo anche se ha vie sassose e ripide.
E quando vi parla credete in lui benché la sua voce possa disperdere i vostri sogni
come il vento del nord devasta il giardino.
Poiché come l'amore vi esalta così vi crocifigge e come vi matura così vi poterà.
E vi consegna al suo sacro fuoco perché voi siate il pane santo della mensa di Dio.
Tutto ciò compie l'amore in voi affinché conosciate il segreto del vostro cuore
e possiate diventare un frammento del cuore della Vita.
L'amore non dà nulla fuorché se stesso e non coglie nulla se non in se stesso.
L'amore non possiede né vorrebbe essere posseduto perché l'amore è sufficiente all'amore.
E non pensate di dirigere l'amore perché se vi trova degni è lui che vi conduce.
L'amore non desidera che consumarsi!
Se amate davvero siano questi i vostri desideri: destarsi all'alba con un cuore alato
e ringraziare per un altro giorno d'amore; addormentarsi a sera con una preghiera
per l'amato nel cuore e un canto di lode sulle labbra. 
AMEN.

lunedì 3 maggio 2021

hai visto Dio

Gv 14,6-14

La meditazione di oggi può essere molto breve e concisa. Semplice, se vogliamo. Tutti vogliamo vedere qualcosa in più rispetto a ciò che ci è dato di vedere, comprendere, soprattutto nei momenti difficili. Vorremmo vedere il senso... Filippo dice oggi a Gesù, che, se Egli mostra loro il Padre, questo a loro basterà. Basta per che cosa? Basta per saziare che cosa? La semplice opzione: inserisci la moneta e ottieni il prodotto, non funziona. Anche perché, il "prodotto" ce l'hanno davanti agli occhi già da un bel po'. E tu ti ricordi quando hai visto Dio? Sì, anche tu, anch'io, come Filippo, possiamo vederlo tutti i giorni... nei fratelli, nei volti di conosciuti e sconosciuti che tutti i giorni si affacciano alla finestra della nostra vita. Si potrebbe fare questa sorta di esercizio-gioco: cercare cosa nelle persone oggi, giorno dopo giorno, mi ha parlato della presenza di Dio. In questo modo si potrebbe passare dal lamentarsi per ciò che non si ha, ad apprezzare ed essere grati per ciò che il Signore ci regala ogni giorno. Sì, anche tu hai visto Dio. L'hai guardato bene? 

domenica 2 maggio 2021

fatti coltivare

Gv 15,1-8

Alle volte è purtroppo vero che noi ci dimentichiamo che il nostro compito di crescita, è per tutta la vita.  Nel senso che non ci sono nella vita punti d'arrivo che non siano insieme dei punti di partenza. Altrimenti il Padre non potrebbe essere agricoltore. E Gesù ce lo presenta così oggi. Rimanere in Lui, che è il terreno fertile su cui solo si può verificare una crescita vera della persona umana. Non cresce, appunto chi non rimane in Lui. Tante sono le terre in cui ogni tanto ci trapiantiamo, oppure viti su cui ci vogliamo innestare, credendo pure di operare dei discernimenti per la nostra vita. E invece si tratta di assecondare semplicemente la vita così come Dio ce la dona ogni giorno. Con tutto ciò che Egli vuole e che riusciamo a intuire, e con ciò che Egli permette, laddove noi, o chi per noi, non riesce a fiutare la sua presenza. Entrare nella profondità della vita quotidiana, assaporarla, incontrare l'agricoltore operante nelle azioni più raffinate riguardanti la coltivazione della nostra vita e della Vita in noi. Il tralcio che non porta frutto, è quello appunto che continuamente cambia il ramo in qui è innestato, oppure, invece di essere impegnato ad osservare in profondità l'azione di Dio nella sua vita, che per sua natura è continuativa, si lascia portare dagli slanci momentanei, guardando al di fuori di sé: verso quelle terre che secondo lui lo porterebbero alla massima fecondità. E non si accorge, che nel frattempo non lascia passare la linfa che Dio, nel segreto dei vasi capillari della sua vita, Dio continuamente immette. Si taglia così da solo fuori da questa continua azione nutritiva. Nulla di strano se poi ogni tanto ci sentiamo buttati via e bruciati nel fuoco. Se ci stacchiamo dalla vite, perdiamo la Vita e ci diamo da soli il destino di questo genere. Altra cosa è la potatura. Questa si verifica proprio quando rimaniamo nella Vite, anche se questo non ci dona la "novità" oppure quando questa "novità" non la vediamo. E' esattamente nella routine della nostra vita, che Dio ci coltiva e ci fa crescere. Così come del resto si verifica nella normale procedura della crescita di una persona umana: un bambino non cresce di 5 centimetri in una notte, ma si allunga a poco a poco, in una maniera impercettibile (e quante volte in presenza di dolori ossei, e quante volte facendo capricci perché i vestitini preferiti non li può più portare oppure perché il cibo che deve cominciare a mangiare è ora più sostanzioso e non sempre gli piace!). Che uno sia cresciuto, si costata solo a una distanza di tempo. E spesso perché ce lo dicono gli altri. Sì, perché rimanere in Dio, nella vite, significa essere collegati con gli altri. Chi è sapiente ed abituato a farsi coltivare a volta sua, saprà scorgere anche i pochi millimetri di una crescita. E il frutto sta proprio lì: in quella gloria di Dio che si realizza alla nostra insaputa, e che, quando si manifesta, scatena in noi l'infinita gratitudine, segno evidente di un cammino verso la maturità, cioè la pienezza della nostra umanità, in Dio. 

sabato 1 maggio 2021

gli etichettati

Mt 13,54-58

Quanto suona familiare il Vangelo di oggi. Si sa! Tanti cassetti colorati sono utili per mettervi una persona, chiuderla bene dentro e non permettere che esca nemmeno per un centimetro. 
Lui è, in sequenza: figlio del falegname, figlio di Maria, fratello dei suoi fratelli e delle sue sorelle, conosciuti persino per nome; insomma è un paesano, sappiamo come sono fatti loro, beh quindi? Cos'è che combina? Diagnosi: impossibile che abbia questa sapienza e compia questi prodigi. Perché? Perché è così. Noi sappiamo chi è lui ed è impossibile. Dunque, ci sarà un complotto o comunque qualcosa di sospetto da scoprire... che poi potrà essere anche fonte di bei pettegolezzi creati a misura. 
Quante volte ci sentiamo imprigionati nei pregiudizi e nelle precomprensioni degli altri? Quante volte siamo noi a creali e a categorizzare, anche senza volerlo o accorgercene, le persone? Chi lo faceva con Gesù rimaneva stupito al vedere di cosa era capace. Ma pochi sono/siamo disposti a lasciarci sconvolgere queste precomprensioni. Perché in fondo è più facile relazionarci con coloro che sono già dentro di noi inquadrati. E' più facile avere in pugno le persone, se le etichettiamo, ci crea più sicurezza e ci sentiamo meno scomodati.
Invece il mondo e la vita sono belli proprio solo quando smettiamo di rapportarci con le immagini che abbiamo noi nella testa, delle altre persone e cominciamo a lasciarci stupire positivamente da ciò che loro tirano fuori. E' un'esperienza meravigliosa e che dobbiamo permetterci sempre più spesso nella vita: quella di fare spazio dentro di noi alla novità di quello che l'altro è. Perché si può tirare fuori cose nuove e inaspettate, solo se si viene accolti per quello che si è e non per le inquadrature già fatte. I cassetti imprigionano, gli spazi di accoglienza danno libertà. Dunque, io e te. possiamo oggi scegliere se dare agli altri la libertà di essere ciò che sono e così permettere loro di crescere esattamente come sono: altri da noi.