Mt 13,54-58
Quanto suona familiare il Vangelo di oggi. Si sa! Tanti cassetti colorati sono utili per mettervi una persona, chiuderla bene dentro e non permettere che esca nemmeno per un centimetro.
Lui è, in sequenza: figlio del falegname, figlio di Maria, fratello dei suoi fratelli e delle sue sorelle, conosciuti persino per nome; insomma è un paesano, sappiamo come sono fatti loro, beh quindi? Cos'è che combina? Diagnosi: impossibile che abbia questa sapienza e compia questi prodigi. Perché? Perché è così. Noi sappiamo chi è lui ed è impossibile. Dunque, ci sarà un complotto o comunque qualcosa di sospetto da scoprire... che poi potrà essere anche fonte di bei pettegolezzi creati a misura.
Quante volte ci sentiamo imprigionati nei pregiudizi e nelle precomprensioni degli altri? Quante volte siamo noi a creali e a categorizzare, anche senza volerlo o accorgercene, le persone? Chi lo faceva con Gesù rimaneva stupito al vedere di cosa era capace. Ma pochi sono/siamo disposti a lasciarci sconvolgere queste precomprensioni. Perché in fondo è più facile relazionarci con coloro che sono già dentro di noi inquadrati. E' più facile avere in pugno le persone, se le etichettiamo, ci crea più sicurezza e ci sentiamo meno scomodati.
Invece il mondo e la vita sono belli proprio solo quando smettiamo di rapportarci con le immagini che abbiamo noi nella testa, delle altre persone e cominciamo a lasciarci stupire positivamente da ciò che loro tirano fuori. E' un'esperienza meravigliosa e che dobbiamo permetterci sempre più spesso nella vita: quella di fare spazio dentro di noi alla novità di quello che l'altro è. Perché si può tirare fuori cose nuove e inaspettate, solo se si viene accolti per quello che si è e non per le inquadrature già fatte. I cassetti imprigionano, gli spazi di accoglienza danno libertà. Dunque, io e te. possiamo oggi scegliere se dare agli altri la libertà di essere ciò che sono e così permettere loro di crescere esattamente come sono: altri da noi.
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