Ecco che
Giovanni ci spiega con chiarezza e semplicità la ragione per cui troviamo in
giro tanti credenti tristi e almeno apparentemente infelici... lui stesso
condivide la sua esperienza di Cristo, quell'esperienza vitale che rende la
testimonianza vivace e credibile e dice: lo faccio perché la mia gioia sia
piena. Non c'è dunque una gioia autentica che non comporti la condivisione
dell'esperienza che ognuno di noi fa di Cristo, vivo e operante nella nostra
vita. Dunque, un credente triste è uno che o non ha incontrato davvero Cristo o
non condivide con gli altri l'esperienza di questo incontro. Non dimenticando
che c'è un duplice effetto: testimoniamo perché siate in comunione con noi (e
quindi con il Padre, il Figlio e lo Spirito) e perché la nostra gioia sia
piena. Il mondo infatti non ha bisogno di maestri che trasmettano i saperi più o meno sofisticati, ma di testimoni appassionati, che trasmettano la loro esperienza di Dio, ciò che noi abbiamo udito, veduto, che conteplammo, che le nostre mani toccarono. Condivisione quindi significa vantaggi per tutti. Condivisione significa volare alto, come Giovanni, non a caso chiamato "aquila". Condivisione significa più gioia e meno tristezza per i
credenti in Cristo e per coloro che incontrano la loro testimonianza!
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