E niente... mentre andiamo verso la Pasqua, oggi mi fa pregare questo testo di un padre della Chiesa, che voglio condividere con voi:
Se dici: Fammi vedere il
tuo Dio, io ti dirò: Fammi vedere l`uomo che è in te, e io ti mostrerò il mio
Dio. Fammi vedere quindi se gli occhi della tua anima vedono e le orecchie del
tuo cuore ascoltano. Infatti quelli che vedono con gli occhi del corpo,
percepiscono ciò che si svolge in questa vita terrena e distinguono le cose
differenti tra di loro: la luce e le tenebre, il bianco e il nero, il brutto e
il bello, l`armonioso e il caotico, quanto è ben misurato e quanto non lo è,
quanto eccede nelle sue componenti e quanto né è mancante. La stessa cosa si
può dire di quanto è di pertinenza delle orecchie e cioè i suoni acuti, i gravi
e i dolci. Allo stesso modo si comportano anche gli orecchi del cuore e gli
occhi dell`anima in ordine alla vista di Dio. Dio, infatti, viene visto da
coloro che lo possono vedere cioè da quelli che hanno gli occhi. Ma alcuni li
hanno annebbiati e non vedono la luce del sole. Tuttavia per il fatto che i
ciechi non vedono, non si può concludere che la luce del sole non brilla.
Giustamente perciò essi attribuiscono la loro oscurità a se stessi e ai loro
occhi. Come uno specchio risplendente, così deve essere pura l`anima
dell`uomo. Affidati
al medico ed egli opererà gli occhi della tua anima e del tuo cuore. Chi è
questo medico? E’ Dio, il quale per mezzo del Verbo e della sapienza guarisce e
dà la vita. Se capisci queste
cose, o uomo, e se vivi in purezza, santità e giustizia, puoi vedere Dio. Ma
prima di tutti vadano innanzi nel tuo cuore la fede e il timore di Dio e allora
comprenderai tutto questo. Quando avrai deposto la tua mortalità e ti sarai
rivestito dell`immortalità, allora vedrai Dio secondo i tuoi meriti. Egli
infatti fa risuscitare insieme con l`anima anche la tua carne, rendendola
immortale e allora, se ora credi in lui, divenuto immortale, vedrai
l`Immortale. ("Libro ad Autolico", San Teofilo di Antiochia)