C'è da ricordarsi oggi tutte quelle volte in cui ci sentiamo infastiditi da una cosa, che alla nostra veloce e immediata valutazione, viene da fuori e "ci disturba". Scatta immediatamente in questi casi una più o meno grande accusa: "mi fai arrabbiare", "mi ha fatto sbagliare", "mi fa andare in escandescenza", "mi fate venire l'ansia" e... continuate voi l'elenco. Tutte cose molto comuni, tutte espressioni che usiamo nelle nostre giornate, convinti che la causa dei nostri sentimenti negativi, stia al di fuori di noi. Viene da sorridere, perché invece è vero l'esatto contrario. La procedura che potrebbe migliorare molto il nostro vivere comune, sarebbe permettere a noi stessi intanto di provare i sentimenti negativi, cosa che, nella maggior parte dei casi, la nostra "buona educazione" ci vieta interiormente. Una volta che ci permettiamo di sperimentarli, come parte integrante ed inevitabile (!!!) della nostra vita, occorre sì, dar loro un nome. "Sto provando rabbia", "sono in ansia", sono affermazioni che ci riconducono al nostro mondo interiore, facendoci incontrare anzitutto con noi stessi. Una volta lì, possiamo arrivare a capire che non sono responsabili le condizioni esterne a noi per ciò che proviamo, ma il modo in cui noi elaboriamo "l'incontro" con il mondo esterno, DENTRO di noi. Se a provocarci spiacevoli sensazioni sono modalità relazionali con le persone, possiamo sempre verbalizzare ciò che ci dispiace, agli interessati. Se sono cose o eventi, la verbalizzazione può essere importante nel nostro intimo, per sfociare nella domanda: "come mai questa cosa mi dà così tanto fastidio e cosa potrei fare per me stesso, per evitarmi questi sentimenti?" Delle volte ci si riesce, altre volte no. Ma ciò a cui Gesù ci richiama oggi, è esattamente questo: essere consapevoli che è contaminato non quello che dall'esterno entra in noi, ma il come noi lo affrontiamo e esterniamo. Una verità che, prima di essere spirituale, è molto, ma molto umana. E forse da un lato l'accettazione di questa verità sull'essere umano e dall'altro lato la capacità sempre più profonda di cercare dentro di noi e farci delle domande, potrebbe piano piano cambiare la qualità della nostra vita?
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