venerdì 27 dicembre 2019

volare alto

Ecco che Giovanni ci spiega con chiarezza e semplicità la ragione per cui troviamo in giro tanti credenti tristi e almeno apparentemente infelici... lui stesso condivide la sua esperienza di Cristo, quell'esperienza vitale che rende la testimonianza vivace e credibile e dice: lo faccio perché la mia gioia sia piena. Non c'è dunque una gioia autentica che non comporti la condivisione dell'esperienza che ognuno di noi fa di Cristo, vivo e operante nella nostra vita. Dunque, un credente triste è uno che o non ha incontrato davvero Cristo o non condivide con gli altri l'esperienza di questo incontro. Non dimenticando che c'è un duplice effetto: testimoniamo perché siate in comunione con noi (e quindi con il Padre, il Figlio e lo Spirito) e perché la nostra gioia sia piena. Il mondo infatti non ha bisogno di maestri che trasmettano i saperi più o meno sofisticati, ma di testimoni appassionati, che trasmettano la loro esperienza di Dio, ciò che noi abbiamo udito, veduto, che conteplammo, che le nostre mani toccarono. Condivisione quindi significa vantaggi per tutti. Condivisione significa volare alto, come Giovanni, non a caso chiamato "aquila". Condivisione significa più gioia e meno tristezza per i credenti in Cristo e per coloro che incontrano la loro testimonianza! 

venerdì 20 dicembre 2019

i segni di una nascita

Lc 2,12

Oggi mi piace condividere con voi la rielaborazione di una riflessione che ho ascoltato, sui simboli
del Natale.

Nella Scirttura c'è una grande attenzione ai segni. Per quanto riguarda il racconto della nascita di Gesù, gli evangelisti si muovono diversamente l'uno dall'altro. Ma oggi ci soffermiamo principalmente sul Vangelo di Luca e in parte di Matteo. Ci sono segni "classici" che noi conosciamo, di Natale. Poi ci sono quei segni che Dio usa al di là dei canali che noi ci aspettiamo. Così accade nella nostra vita e nei racconti dei Vangeli. Luca ci parla di un decreto. Il decreto è stimolo per Giuseppe per muoversi, mettersi in cammino. Verso dove? Verso Betlemme... che è il posto più dimenticato e deriso, un paesino qualsiasi, che fa ridere a tutti, il più piccolo capoluogo di Giuda. Ecco un canale allora inaspettato: l'umiltà. Una nullità che diventa luogo di un importante decreto e dopo, della nascita di Gesù. Ecco la nostra chiamata: non solo tenere gli occhi ben aperti, ma saperci girare come il gufo, a 360°, i segni di Dio sono da tutte le parti. In questa piccola realtà povera, non c'è spazio per il Signore. Dunque Maria e Giuseppe si ritrovano sul retro di una casa: grotta o capanna che sia. E' come i nostri garage in cui teniamo di tutto, in cui deponiamo qualsiasi cosa, che non ci sta più altrove... (e intanto la macchina non ci sta per cui la teniamo in strada ;-)). Ecco, è uno spazio del disordine, della confusione, in cui è difficile trovare un senso... E' lì che viene Gesù: nel tuo, nel mo disordine. Lui viene in questo garage della mia vita.
Qual è il garage della tua vita, quel disordine in cui farlo entrare? 
Maria, dopo il parto, per forza di cose doveva fermarsi, per fare i suoi 40 giorni di purificazione, la quarantena. Così avveniva fino a non molti anni fa anche da noi. I battesimi si facevano senza la madre, che non doveva uscire. Giuseppe l'avrà risistemato, quel retrocasa, in 40 giorni, per la ua famiglia, no? Allora a noi conviene che Gesù nasca nel nostro disordine... perché lo rimette un po' a posto.

C'è poi un segno per i pastori: la mangiatoia. Betlemme significa casa del pane. Tutto ciò ci rimanda al cibo che Gesù si fa. I pastori vengono ad adorare, ad-orare, significa "portare alla bocca". Vengono nella casa del Pane, alla mangiatoia, per nutrirsi. I pastori mangiano già questo Pane, che noi riceveremo poi in Eucarestia. E' Lui che prepara se stesso come cibo per noi. Noi di solito ci esauriamo nei preparativi più svariati, anche del cibo natalizio, ma ci ricordiamo che Lui è il vero cibo? Ma dobbiamo muoverci come loro: senza indugio. Alle volte noi non riusciamo a riconoscere il dono ricevuto, come quelle persone che vincono a superenalotto e la schedina se la sono dimenticati in qualche taschino e... non sanno nemmeno di aver vinto. Vale anche per il dono della fede. Dobbiamo essere svegli e reagire senza indugio, altrimenti perdiamo il dono, la strada. Maria, Giuseppe, pastori, magi, sono tutti persone che si muovono alla svelta.

L'Evangelista Matteo ci parla anche del segno della stella. E' quella che sta sopra le teste di tutti. Gli angeli che annunciano il Natale, vanno solo dai pastori? Sono schiere di angeli... forse provano ad andare anche da altre categorie... ma forse trovano gente che crede di essere "già imparata", di conoscere le Scritture, di non aver tempo ecc. I pastori invece sono umili, occupati in una cosa sola e liberi nel cuore. Possono accogliere. E noi? Se siamo già pieni di cose, di pensieri, di saperi, rischiamo che il Natale ci scivoli addosso...
I magi non erano re e non erano tre. Erano astrologi, non erano poveri, portano doni da ricchi. Erano persone abbienti e intelligenti. Tuttavia anche loro erano umili! Hanno visto una stella che era per loro sconosciuta, si sono messi in movimento per scoprire il suo mistero. Uno scienziato, se crede di essere già arrivato, allo stesso momento smette di essere uno scienziato, perché non è più in ricerca. Vale anche per noi cristiani. Se siamo già arrivati, non abbiamo bisogno di Dio, non abbiamo bisogno del Natale. Non così per i Magi. La stella è indicazione: essa si ferma sulla capanna. La stella è un ammasso di gas, emana la luce come risultato delle quantità di energie liberate nei movimenti che si susseguono all'interno del suo nucleo. La stella che si muove, si ferma sopra la capanna, perché ha trovato la fonte vera della luce. Gesù è venuto a portare il fuoco. Se noi non abbiamo il fuoco dentro, saremo sempre in cerca della luce altrui, da riflettere. E finché ci dicono "bravo", staremo a brillare, ma quel giorno in cui non avremo conferme umane, saremo oscurità. La luce di Cristo dona la luce al tuo nucleo. La stella cometa si ferma al "distributore di energia", da dove attingere. Natale è tempo per fermarci davanti al Mistero per ricaricarci. Si, perché noi dobbiamo ardere. Nessuno guarda fisso il sole, ma tutti godiamo della sua luce. Sia il sole che una semplice candela, per illuminare e produrre il calore, si deve consumare. Anche tu. E non dire: Dio mi sta chiedendo troppo, perché se Lui ti chiede, ti darà Lui stesso l'energia e la luce per rispondere alle sue richieste. 

Ecco che la Chiesa oggi forse non è chiamata a valutarsi a partire dai numeri, ma dall'intensità del calore che rilascia. Cosa brucia dentro di me? Cosa mi muove? Il voler apparire ad altri oppure l'amore di Dio che ha amato il mondo così tanto che ha fatto diventare il suo Figlio, bambino? E mentre ci muoviamo, perché l'amore suo ci brucia dentro, non dimentichiamo una cosa. La macchina dal motore più potente è quella che sa anche rallentare, darsi una regolata e, quando occorre aspettare e accompagnare qualcuno che va più lento. I piccoli motori non lo sanno fare: quando il loro bruciare non produce il movimento, si annientano con il proprio calore e la propria energia, implodendo. Noi siamo chiamati a Natale e sempre, ad essere motori grandi, capaci di grandi movimenti, ma anche di rallentare il passo, per andare insieme














mercoledì 18 dicembre 2019

il trasgressivo

Gesù sarà un trasgressivo e di questo lo accuseranno. Ma intanto c'è Giuseppe, padre e non padre...provocato a trasgredire dall'inizio della vita del figlio di Dio. Non si può negare che Giuseppe, uomo giusto, va contro le prescrizioni della Torah. Ma non è immediato capire che invece Egli entra proprio nel cuore di Dio e per questo rimane giusto, anche se contro la legge. E proprio in questo apre pure la strada a Gesù, quello che, secondo alcuni, sarà il grande trasgressore (da buon figlio di suo padre!!!). L'arte del vivere... andare fino in fondo, scegliere la fatica di scendere nelle profondità del cuore di Dio, piuttosto che accettare le sicurezze delle leggi umane che, per quanto sia doveroso rispettarle, non vanno mai messe al centro a prescindere dalla persona umana, essa stessa messa al centro da Dio, proprio in questi giorni in cui Lui si incarna.