Mt 23,1-12
Vi siete mai chiesti perché ci sono alcuni insegnanti esigenti amati dagli alunni e che ottengono i risultati con loro, e altri altrettanto esigenti che non riescono nel loro lavoro? Annessa a questo ci potrebbe essere la domanda: meglio essere esigenti o indulgenti, nell'impegno educativo? Dipende da quanto sono impegnati gli alunni, da quanto hanno la voglia di essere educati/formati? Tornando alla prima domanda: la stessa enfasi, la stessa alta considerazione di ciò che si vuole trasmettere... eppure risultati così differenti... Credo che ognuno di noi ha avuto modo di sperimentare la differenza tra chi educa con passione propria di quelle persone che non soltanto sanno delle cose, ma le hanno vissute, masticate e personalizzate e poi le propongono, e chi usa tante parole e non comunica una vita vissuta in quel che verbalizza. Un'enorme differenza. Un educatore che trasmette le cose attraversate dal suo vissuto, è testimone, è leader si potrebbe dire, è colui che per primo si è sporcato le mani, spesso tra fatiche e umiliazioni, per poter dopo esigere dagli altri. Al contrario quel sedicente educatore che si mette lì e chiede cose impossibili, perché un abisso separa ciò che egli esige e ciò che realmente sa definire in termini di "coerenza di vita". 
Esattamente la stessa differenza tra il dire e il fare del Vangelo di oggi. Fate quel che vi dicono ma non imitateli. Pessimi capi. Sanno comandare ma non sanno vivere. In questi casi vale appunto solo quello: saper riconoscere il valore di quello che dicono e separarlo dalla loro vita concreta. Non cadere nella trappola della ripicca: non lo fa? allora non lo faccio nemmeno io. Ricordiamoci la responsabilità per la propria vita, che ognuno ha nelle sue mani. E allora forse così si spezza la catena di incoerenze... Se io faccio invece di obiettare sempre, intanto bado a me stesso, alla mia coerenza, e poi imparo, mi faccio esperienza e posso in seguito diventare un leader, uno che trasmette davvero la vita. E' vero che tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare. Ma di mezzo ci può essere il camminare e l'accettare. Perché resterà sempre vero che parlare dell'incoerenza altrui, non aiuta alla nostra. Mentre concentrarci su quella nostra, può far crescere noi, gli altri, coloro a cui saremo testimoni, il mondo. Essere dunque esigenti con noi stessi, farà di noi dei possibili testimoni esigenti, che avranno successo nel trasmettere esperienze di vita, di fede... A noi il coraggio di scegliere. 

 
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