L'INFINITO: EDIZIONE LIMITATA
Lo sapevi che sei l'infinito? Si, l'infinito, edizione limitata! Qui troverai e, spero, condividerai, tutto ciò che Dio depone nel nostro cuore!
domenica 10 novembre 2024
un "tutto" limitato
domenica 23 giugno 2024
Lasciarsi portare
Quel momento in cui vuoi con tutte le tue forze fare qualcosa, proprio compiendo l'ultimo sforzo...ma le energie ti hanno abbandonato e sai che non ce la farai. Non si parla necessariamente di una cosa che riguardi la tua dimensione fisica. Alle volte non ce la fa più la nostra mente, il nostro spirito... è qualcosa di normale, essere fragili. E qui, proprio nella scoperta di non essere per nulla forti, che si cela la grande possibilità. Il tuo limite, la tua finitezza scoperchiano uno spazio in cui l'altro può prendersi cura di te e dei tuoi desideri. Non c'è nulla di più liberante del lasciarsi portare, sfornando dal profondo del nostro essere la fiducia. Per assurdo questo non significa per nulla la passività. Delle volte infatti, questo tipo di docilità, si trasforma in salvezza, per tutti. Per te che ti mostri debole e per gli altri, che, senza rendersene conto, hanno bisogno della tua gracilità. Da una parte sperimentano infatti l'universale necessità dell'essere umano di prendersi cura dell'altro. D'altra parte possono accorgersi, che nel momento in cui meno se lo aspettano, la tua fragilità calma le tempeste della loro vita. Così Gesù oggi. Vuole passare all'altra riva, ma non c'è altro modo che lasciarsi prendere così come era nella barca. E nel bel mezzo della traversata...ecco la tempesta. Il bisogno di Lui. Il bisogno di questo uomo spossato, che dorme così fortemente che non si sveglia nemmeno con tuoni, lampi e vento. La paura che non gli importi nulla del fatto che stanno morendo. Si, senza l'altro, anche vulnerabile e apparentemente incapace di dare nessun contributo, la paura della morte ci opprime. Abbiamo bisogno dell'altro e dell'alterità. Proprio di quell'Altro che dorme, che ci sembra lontano, passivo, sconosciuto. Quell'Altro che ha appena avuto bisogno di essere portato in braccio. Quell'alterità che sconfigge anche le nostre più potenti paure, nell'abbraccio delle due umanità che con Dio acquistano un'inaspettata forza.
domenica 17 dicembre 2023
Amare quello che non siamo
Viene sempre un dubbio quando ci attribuiscono cose che in fondo sappiamo che non ci appartengono. Ci sentiamo confusi. All'istante incomincia la lotta tra quello che siamo e quello che non siamo. Spesso quando sentiamo delle cose buone sul nostro conto, anche se non vere, c'è quell'attimo in cui dobbiamo fare un respiro profondo per dire: no, io non sono questo (senza cadere poi nella falsa umiltà, ovviamente). Esattamente così fa Giovanni Battista, quando dice chiaramente che non è il Cristo. Nel profondo del nostro essere vorremmo che il bene che alle volte si dice di noi, ci appartenesse. Qualcuno può chiamarlo superbia e forse alle volte lo è. Ma forse è anche il "sintomo" del nostro tendere sempre verso l'alto, verso Dio. Credo che se il nostro desiderio è essere più virtuosi, ammirati ecc., è solo perché ancora non conosciamo il bene che in noi è stato deposto e di conseguenza non amiamo ciò che siamo e... ciò che non siamo. Saper essere "voce" che annuncia la Parola e sapere che questa voce ha dei limiti. E che se la voce è fragile, è invece infinitamente forte la Parola, che l'amico dello sposo è presente, ascolta, ma esulta quando risuona la voce dello Sposo. Ed ecco la responsabilità per la nostra felicità. Non corriamo dietro a delle false identità, proposte da chi ci vuole diversi, "migliori", anche da chi, per gratificarci, ci dice delle dolci parole. Perdiamo invece un po' più di tempo per conoscerci ed amarci. Forse in questo nuovo anno, per amarci un po' di più.
mercoledì 22 novembre 2023
ho molto e avrò di più
Lc 19,11-28
Non sembra giusta questa storia. Noi gridiamo che ai poveri bisogna donare quello che a loro appartiene, quello che a loro manca, quello che non hanno. Cioè a chi non ha bisogna dare, e così finalmente avrà, non, come dice il brano di oggi a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha. E quindi, come la mettiamo? Si ripresenta sempre la questione della gestione. C'è chi ha poco ed è felice, e chi ha molto e non lo è. C'è chi è in grado di moltiplicare il suo poco e moltiplicare il benessere, attraverso una vita semplice e onesta, invece c'è chi riduce il suo tanto, sperperandolo. Chi è allora realmente colui che ha molto? E' colui che per questo molto ha molto lavorato. E non è questione di quantificazione. Il mio molto non è lo stesso tuo, eppure nessuno può mettere in discussione che sia molto. Siamo una piccolezza e un poco che è chiamato ad essere molto, secondo la propria misura, quella molto personale. Questa è precisamente la ragione per cui a chi ha, sarà dato di più. Attenzione non dice: a chi ha molto, ma semplicemente a chi ha. Per non cadere nella contabilità. Ma se tu "hai", ne sei consapevole e te ne prendi cura, di quel che hai, avrai in abbondanza, perché lo vivrai in profondità, godendone appieno, e non devono essere per forza i beni materiali, ma anche i tuoi doni naturali. Se invece non hai , cioè non prendi consapevolezza di ciò che è tuo e di ciò che fa sì che tu sei tu, sarai sempre più povero, ti sentirai sempre più vuoto. Tutto sta nel guardarci dentro e vedere cosa abbiamo, per avere di più.