lunedì 17 luglio 2017

giovani e senza respiro

Prima di scrivere questo piccolo brano, vado su google e digito 'respiro'... resto sbalordita al vedere che spunta immediatamente: 'respiro corto', 'respiro affannoso'... Nulla per caso, e, dato che digitando sapevo di cosa avrei voluto scrivere in questa serata, in cui ho riflettuto dopo aver fatto giusto due chiacchiere con una giovane, lo ritengo altamente sintomatico.
Ormai anche i nostri social sono pieni di chi con più o meno disinvoltura, afferma di essere ansioso... certamente lo siamo tutti un po', costretti dalla costante corsa del mondo. Ma oggi così, sentendomi dire proprio questa cosa, ci ho pensato molto. Il punto, io penso, non è solo essere in grado di affermarlo (sebbene sia già un passo in avanti). Personalmente, quando sento un'affermazione del genere, invece, la sento seguita da un punto. Certo, sia chiaro, è bene conoscersi ed accettarsi così come si è. Solo che di fronte all'ansia che regna ormai dovunque, anche tra persone più giovani che uno potesse pensare, io domando: sei ansioso...e quindi? Non mi sembra che basti affermarlo, occorre seriamente chiedersi cosa ne vogliamo fare e anche, perché no, cosa ne sarà fra qualche anno, se oggi sono ancora giovane e mi ritrovo così.
Non posso togliermi dalla testa e dal cuore una frase di un pensatore, che ritengo maestro di gratitudine, Enrico Peyretti: L'affanno è la malattia del respiro. Non permette di inspirare lo Spirito al ritmo giusto, il suo, non quello della nostra fretta, avida di risultati. 
Per chi è cristiano dunque, la domanda muta inevitabilmente. Perché ti permetti di non vivere al ritmo dello Spirito, l'unico donatore di vita e di felicità? Quanto tempo ancora vuoi vivere, sfuggendo a Lui? Sono domande serie, che ognuno di noi dovrebbe farsi, ma soprattutto che dovrebbero farci rendere conto, che non c'è da sorridere se ci troviamo incapaci di controllare il nostro respiro. Noi possiamo inspirare lo Spirito e dobbiamo espirarlo nel mondo, perché solo di questo realmente il mondo ha bisogno. Il rimedio, ognuno se lo saprà trovare, nella misura in cui trova nella propria vita ciò che non gli permette di ossigenare sufficientemente la propria esistenza, per essere veri testimoni. 

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