Quanta paura al pensarci inutili... Tutti sperimentiamo qualche volta, abituati alle corse quotidiane, quello smarrimento strano di quando all'improvviso si presenta un momento in cui non abbiamo nulla da fare! Come se la nostra identità si dovesse costruire e mantenere in piedi a partire dal nostro fare... Eppure Gesù ci suggerisce che beati sono quei servi che sanno essere inutili, cioé sanno dire: ecco, ora ho finito, non devo cercare altri motivi per correre ancora. Si, ci vuole il coraggio per essere inutili. Inutili, inutilizzabili, senza utilità. Perché la nostra vita non è da utilizzare. Siamo fatti per stare, "inutilmente" davanti al Signore, per lasciarci riempire da Lui. Riposare in Lui, in questo senso, è indispensabile per saper invece servire davvero, quando è tempo di servire. Perché se è vero che si impara a servire, servendo, è altrettanto vero che si serve con tutto se stessi, quando la condizione ordinaria di vita non è il vortice del fare, come modo di fuggire dal senso di essere inutili. Se il lavoro è il prolungamento e la partecipazione all'opera della creazione, allora è legittimo ciò che Dio fece, quando si fermò nel creare e vide che tutto ciò che fece era una cosa buona. E questa bontà e bellezza si possono scorgere solo se l'animo si ferma sull'importanza dell'essere che viene prima del fare.
Nessun commento:
Posta un commento