Oggi parliamo di una figura femminile: Ester.
Chi era?
Ester visse nel VI secolo
aC, era regina di Babilonia. Nacque in esilio, presto rimase orfana, poi
cresciuta da Mardocheo, suo parente. Dopo che la regina Vashti perse i suoi
favori presso il re, Ester fu invitata ad abitare insieme ad altre donne, nell’harem
del monarca. Ester si distingueva per la sua straordinaria bellezza, veniva
infatti sottoposta a molte cure, educata al comportamento adeguato per entrare
nelle grazie del re e, infine, fu scelta da lui come regina. Purtroppo il
grande visir Aman a causa del rifiuto di Mardocheo di prostrarsi a lui, decise
di sterminare gli ebrei. A Ester fu chiesto di intercedere per il suo popolo. Prima
di intervenire ella fece un digiuno di tre giorni, e poi, senza nessun invito
da parte del sovrano, andò da lui e lo invitò ad un banchetto, durante il quale
il re si ricordò degli antichi meriti di Mardocheo e decise di premiarlo.
Quando Ester gli raccontò delle intenzioni di Aman, egli comandò di ucciderlo e
nominò Mardocheo come nuovo visir. Ester e gli ebrei trionfarono, salvando la
loro vita.
Esperienze difficili
Molte persone guardano a Ester come una giovane donna, che fu molto
fortunata nella sua vita. Infatti riuscì ad entrare nelle grazie del re, poi
salvò il suo popolo dallo sterminio. Spesso noi la pensiamo come protagonista
di un romantico racconto. Eppure la sua vita è piena di eventi tragici. I suoi
genitori morirono quando lei era ancora bambina, fu accolta dallo zio, il quale
le raccomandò di non rivelare le sue origini ebree. Possiamo provare ad
immaginare quanto fu difficile per lei nascondere la sua vera identità.
In più essa crebbe nella tradizione ebraica, per cui la legge le impediva di sposare gli
uomini di una cultura diversa dalla sua. La prospettiva di dover sposare un
nemico fu terrificante. Possiamo dire che della maggior parte delle cose successe
a lei, ella non aveva alcun controllo. Se oggi volessimo qualificare le
esperienze di Ester, diremmo che furono traumatiche. Oggettivamente parlando,
possiamo dire che ciò che fu la sua sorte, ella lo subì ingiustamente.
L’atteggiamento di fronte alle difficoltà
Eppure Ester nella situazione in cui si ritrovò, assunse il miglior
atteggiamento possibile. Non si disperò, non si tirò indietro, fu paziente e
rimase fedele alla trasformazione in atto. Ella capì che non aveva un’altra
scelta, per cui accettò tutte le cure di bellezza come i consigli delle persone
che volevano il suo bene. I pensieri, le parole, le azioni, sottopose tutto
alla sapiente azione di Dio, collaborando con gli uomini, con saggezza e
prudenza, ed è per questo che conquistò il cuore del re. Dio preparò così la
sua anima, che ella poté amare sinceramente il re. Successivamente il Signore l’aiutò
a vincere le paure e le diede il coraggio e la forza, affinché potesse
intercedere per il suo popolo. Grazie all’obbedienza alla vita, ebbe la
vittoria.
E noi?
La storia di Ester sicuramente porta la speranza alle donne (ma non
solo), che nella vita hanno sperimentato situazioni traumatiche. Essa ci fa
vedere che Dio protegge e opera nonostante la paura, il pericolo, e che egli ci
può far arrivare a compiere quella missione a cui siamo chiamati, anche laddove
le condizioni per la sua realizzazione sembrano o effettivamente sono scarse. L’abbandono
a Dio e alla sua guida paterna ci porta sicuramente alla pienezza, in tutti gli
aspetti della nostra vita. Questa storia ci ricorda pure che Dio ha un tempo
opportuno per ogni cosa, e il tempo della preparazione ad un ruolo, un compito
o una vocazione, è molto importante e non occorre avere fretta. È per noi una
prova che con l’aiuto di Dio possiamo vincere le paure e agire coraggiosamente.
Se stai vivendo delle vicende che ti sembrano difficili e sembrano
allontanarti da qualche meta, non perdere la speranza. Rivolgiti come Ester a
delle persone sapienti, e chiedi a Dio gli stessi suoi doni, cioè la capacità
di abbandono nelle sue mani, l’audacia, la saggezza. Non dare retta alla falsa
illusione, secondo la quale devi affrontare tutto da sola, o sei condannata
alla sconfitta. Non lasciare che entri in te la convinzione che non ce la farai
e che nulla di buono potrà succedere nella tua vita, che tutti attorno a te
possono essere felici ma non tu. Fidati del Signore, perché egli può portare
avanti i suoi piani anche quando soffri, piuttosto credi che, se ti fidi di
Lui, Lui saprà guarirti con il suo amore. Infatti lui vuole portare a termine
le promesse sulla tua vita, nonostante tutto. Non smettere di cercare la tua
vocazione e se ancora non ce l’hai chiara, lascia che Egli ti aiuti a
scoprirla. Apriti all’amore di Dio, che è con te ogni giorno. Lascia che Dio
operi nella tua storia. Sogna, perché, come disse Giovanni Paolo II (cui
compleanno ricorre proprio oggi!): “Ancora ne vedrai di bellezza, nonostante
tutto. Solo mettiti scarpe comode, perché hai da camminare per tutta la vita”.