Mt 13,36-43
Arriviamo oggi a quel momento del capitolo 13 del Vangelo di Matteo, in cui Gesù ha finito di parlare alla folla e si ritira in una casa. A questa casa hanno l'accesso solo i suoi discepoli e lì viene spiegato a loro, su richiesta il significato di una parabola. Mi colpisce questo fatto. Varie parabole per le folle, racconti delle similitudini per far capire come funziona il Regno dei cieli. Poi il momento di riposo e di intimità, di una profonda comprensione. Indubbiamente, Dio parla a tutti, parla anche alla folla, spiega, concretamente anche negli eventi della storia, le sue "logiche". Poi però viene il momento in cui soffermarsi su ciò che da Lui viene detto. E questo richiede tempo con Lui, intimità, ricerca personale e disponibilità del cuore a lasciarci lavorare e, alle volte, anche ferire, dalla Parola. Nella folla tutto viene ascoltato con più facilità, c'è confusione, molte cose si perdono, la Parola riesce a penetrare solo fino a un certo punto. In più, le parole che sentiamo, se per caso scomode, possono essere allontanate senza sforzo. Il vero lavorio di crescita è in solitudine della "casa", dove chiedere al Signore, allo Spirito di spiegarci la Parola ascoltata. E allora Egli, avendo la nostra attenzione o anche solo la buona volontà di comprendere, di stare con Lui, di trascorrere del tempo con Lui, può illuminare la nostra vita. Perché le parole sono per le folle, per tutti. ma la Parola è per uno solo: per te.
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