"Solo la fedeltà al proprio rapimento rende la vita un'appassionante esplorazione delle possibilità e le trasforma in nutrimento, anche quando la realtà sembra sbarrarci la strada" ("L'arte di essere fragili" di Alessandro d'Avenia)
Ero adolescente e stavo per fare LA scelta per la mia vita. Molti erano contrari, chi più chi meno. Da vario tempo mi confrontavo con un uomo saggio, il quale non mi ha detto se la mia scelta fosse giusta o meno. Mi ha detto solo due frasi. Una era: ama, vivi, e lasciati amare e lascia vivere gli altri. L'altra: ricordati sempre del primo amore. In qualsiasi circostanza della vita, anche quella più strana e disperata, RITORNA AL PRIMO AMORE. Vale solo per gli adolescenti? Man mano che vado avanti, mi rendo conto che più ci addentriamo nei meandri dell'esistenza, più occorre ritornare al primo amore, cioé restare fedeli al proprio rapimento. Tendiamo a tornare sempre a galla, a galleggiare. Mentre la passione sta nel mettere le radici, nello scomparire in profondità, nell'affrontare qualsiasi contrarietà con il radicamento nella più grande Certezza. Si, fa male quando sembra che qualcosa o qualcuno stia provando a sradicare la nostra vita. Ma è lì che capiamo, che le radici sono affondate e possiamo restare inamovibili nella fedeltà al primo amore. Perché la nostra vita è l'infinito ritorno al rapimento.