giovedì 29 dicembre 2016

Rapiti e...affondati!

"Solo la fedeltà al proprio rapimento rende la vita un'appassionante esplorazione delle possibilità e le trasforma in nutrimento, anche quando la realtà sembra sbarrarci la strada" ("L'arte di essere fragili" di Alessandro d'Avenia)
Ero adolescente e stavo per fare LA scelta per la mia vita. Molti erano contrari, chi più chi meno. Da vario tempo mi confrontavo con un uomo saggio, il quale non mi ha detto se la mia scelta fosse giusta o meno. Mi ha detto solo due frasi. Una era: ama, vivi, e lasciati amare e lascia vivere gli altri. L'altra: ricordati sempre del primo amore. In qualsiasi circostanza della vita, anche quella più strana e disperata, RITORNA AL PRIMO AMORE. Vale solo per gli adolescenti? Man mano che vado avanti, mi rendo conto che più ci addentriamo nei meandri dell'esistenza, più occorre ritornare al primo amore, cioé restare fedeli al proprio rapimento. Tendiamo a tornare sempre a galla, a galleggiare. Mentre la passione sta nel mettere le radici, nello scomparire in profondità, nell'affrontare qualsiasi contrarietà con il radicamento nella più grande Certezza. Si, fa male quando sembra che qualcosa o qualcuno stia provando a sradicare la nostra vita. Ma è lì che capiamo, che le radici sono affondate e possiamo restare inamovibili nella fedeltà al primo amore. Perché la nostra vita è l'infinito ritorno al rapimento. 


martedì 27 dicembre 2016

Quando il cuore e la mente corrono



Avete presente quando la mente e il cuore fanno una gara? C'è qualcosa che le interpella tutt'e due, ma non si sa chi vincerà la corsa. Così oggi Pietro e Giovanni. Corrono insieme, ma all'ultimo Giovanni, il cuore arriva per primo. Dà un'occhiata e comprende subito. Il cuore intuisce, arriva subito all'essenziale della questione. Pietro, la mente, arriva un po' dopo. Arriva ed entra. La mente vuole scrutare, penetrare, prima di credere. Fortunatamente il cuore ha già compreso, anche se tace. E, penetrando all'interno della "Questione", tutt'e due, in armonia generano la fede. Così è la nostra vita. Il cuore in equilibrio con la ragione, danno vita alla fede. Dove non arriva il sentimento, può aiutare un ragionamento e vice versa, dove si ferma il pensiero, gli viene in soccorso la fiducia. Così fu con la verità sulla risurrezione, che ha cambiato per sempre il rapporto tra la morte e la vita. E ora queste due convivono nella nostra esistenza, guidate dalla ricerca accurata dell'equilibrio tra la razionalità e l'emotività. 

lunedì 26 dicembre 2016

Senza parole, con la Parola


Gli auguri sono già stati fatti, ci siamo incontrati, nell'atmosfera della convivialità, man mano scompariranno le scritte "Buon Natale". Ci sono infatti quei momenti nella vita in cui si rimane senza parole. Alle volte tristemente, altre volte dallo stupore. Quando dopo le feste avvertiamo questo "abbassarsi" dell'atmosfera, mi viene da pensare a questo: siamo senza parole, ma siamo con la Parola. E questo è il fondamento della testimonianza a cui siamo chiamati a seguito delle feste natalizie. Senza preoccupazione di non avere le parole, come ci dice oggi la Parola a proposito di Stefano. Restare senza parole nel senso negativo è sempre occasione per rivedere qualcosa nel profondo del mio cuore. Restare senza parole per la meraviglia, è spazio per la contemplazione. In ogni caso, la mancanza delle parole, è un invito che tutto il nostro essere ci fa, a rientrare in noi stessi e a darci possibilità di accogliere l'unica Parola che conta, il Verbo fatto carne, la Parola di Verità. 

sabato 24 dicembre 2016

ORA TU SEI UNO DI NOI!


Agli sgoccioli dell'Attesa



Siamo ormai agli sgoccioli... quali sentimenti nel nostro cuore? Qualsiasi cosa non sia per noi questo Natale, da qualsiasi evento, più o meno bello, che assorbe tutta la nostra attenzione in questo passaggio della nostra vita, può e deve essere contrassegnato da ciò che con un fiume gioioso di parole esprime oggi Zaccaria: la GRATITUDINE.
Nel suo cantico ci sono nemici, c'è l'odio, peccati, tenebre e morte...eppure è cantico che profetizza l'evento più grande e più felice della storia! Si, Zaccaria canta la gratitudine per un Dio che, alla faccia di tutto il male e tutte le pretese di un re che semina paura e usa potere, si fa uomo, piccino, piccino. E così è in grado di porre fine ad ogni male. 
Riversiamo dunque tutti i nostri sentimenti in quest'unico contenitore che si chiama gratitudine. Lì ci può stare tutto, perché la gratitudine è spazio di riconoscimento che qualsiasi cosa, brutta o buona, deposta nella mangiatoia che accoglie il Dio-uomo, viene redenta. E il cuore, nella gioia  o nella sofferenza, trova la pace. 

venerdì 23 dicembre 2016

Un mondo impreparato

E tu vieni
Brutto meraviglioso come noi
quando la luce rivela il nostro essere
vieni
così scandalosamente impreparato
a questo mondo
così scandalosamente impreparato
a contenere Dio

tu vieni
nell’imprevista pienezza dei tempi
dal grembo troppo gravido
di una donna povera
grembo della storia
gravido del tempo
che vuole nascere finalmente
nella forma dell’eternità

tu vieni
assomigli a noi
il mondo partorisce il Creatore
si prende cura del Verbo della vita
del vivere
che non ha inizio
né fine

tu vieni nella storia
che raccoglie
il proprio inizio, la propria fine
che in te un giorno riconoscerà

il proprio fine

mercoledì 21 dicembre 2016

E saltelli ad ogni passo...!


Da quando è uscito dalla casa di Nazareth quel giorno in cui, approfittando delle gambe della Madre, il Signore è sempre in giro! Chi lo incontra sulle strade della vita, non può non sussultare dentro di sé. Ma lo può incontrare chi è attento a ciò che attraversa la sua esistenza. Una cosa è certa: la strada del Signore passa dentro la nostra vita e il nostro cuore. Per questo ogni passo della vita può essere occasione per "sussultare". Ma forse anche noi possiamo far sussultare qualche cuore... forse anche noi possiamo essere dei "cardiochirurghi infantili"? Si, se al nostro passaggio il cuore dei fratelli riacquista la pace, riceve l'amore. Se torna il sorriso, tanto atteso e tanto desiderato in questi giorni di Natale. Se siamo pieni di Lui, Lui nasce ogni giorno. E saltelliamo ad ogni passo! 😍


martedì 20 dicembre 2016

Segnale antico e sempre nuovo!

È una verità della vita umana: più lunga è l'attesa  e meno prevedibili le modalità dell’avverarsi di un desiderio, più siamo portati a mettere in moto la nostra fantasia e la capacità di leggere i segni dei tempi. Si acutizza man mano la nostra attenzione. Esattamente questa è stata la reazione interiore della piccola donna di Nazareth al sentire che Dio stava salutando l’umanità confermando la sua presenza presso di essa. Turbamento e domande dentro di lei. Il turbamento è un disagio interiore che esprime il conflitto tra la realtà e le attese. È segnale di un’intuizione del nuovo che genera l’insicurezza e che fa nascere delle domande.  E' segnale che LA VITA sta per rinnovarsi! 🌲🌲🌲🌲