Una volta un frate francescano, missionario in Africa mi raccontò questo episodio. Si trovava su un treno, non aveva la sua tonaca addosso quindi, se anche le persone che viaggiavano con lui, dovessero riconoscere chi fosse dall'abito, non era possibile. Ma durante il viaggio a un certo punto lui prese in mano il breviario e cominciò a pregare. Incuriosito il giovane uomo seduto accanto a lui, ogni tanto dava un'occhiata al libro che il frate aveva in mano. Aperto sulla pagina che stava leggendo, il breviario era segnato con un'immagine della Madonna. Dopo alcuni minuti, il ragazzo si fece coraggio e, indicando il santino chiese: "mi dici chi è questa donna?". Il frate, un po' sorpreso dalla domanda, dopo un attimo di riflessione rispose: "è mia Madre". Al ché il suo interlocutore lo guardo attentamente in faccia, poi spostò gli occhi verso l'immagine e quando guardò di nuovo il frate, concluse: "ma tu non le assomigli per niente!". Il frate prese questo episodio come un importante spunto di riflessione per la sua vita. Raccontandomi l'accaduto mi disse: "ho pensato dentro di me: infatti, Lei è mia Madre...ma io la conosco? Le assomiglio veramente?".
Leggo i Vangeli di questi giorni...ritorna la domanda che la gente fa a Gesù, un po' stupita, un po' scandalizzata: "ma tu chi sei?", "chi credi di essere?". E Lui continua a rispondere che loro non conoscono Dio perché se lo conoscessero, avrebbero riconosciuto nelle sue opere il Padre. C'è dunque una somiglianza che ci sfugge proprio quando ci crediamo già somiglianti (come loro, che dicevano di avere l'unico Padre, Dio). Forse sarebbe bene ripetere spesso la domanda: "ma tu chi sei?" e magari aggiungere ciò che aggiunse Ramazzotti nel suo brano Un angelo disteso al sole: "ci credi che non lo so dire?" Forse meno sappiamo dire chi è Lui e più lo cerchiamo, più, inavvertitamente cominceremo ad assomigliare a Lui. Si, perché credo che è la ricerca che ci rende veri, così come Dio ci ha fatti, assetati di Lui, assetati dell'eternità.
Leggo i Vangeli di questi giorni...ritorna la domanda che la gente fa a Gesù, un po' stupita, un po' scandalizzata: "ma tu chi sei?", "chi credi di essere?". E Lui continua a rispondere che loro non conoscono Dio perché se lo conoscessero, avrebbero riconosciuto nelle sue opere il Padre. C'è dunque una somiglianza che ci sfugge proprio quando ci crediamo già somiglianti (come loro, che dicevano di avere l'unico Padre, Dio). Forse sarebbe bene ripetere spesso la domanda: "ma tu chi sei?" e magari aggiungere ciò che aggiunse Ramazzotti nel suo brano Un angelo disteso al sole: "ci credi che non lo so dire?" Forse meno sappiamo dire chi è Lui e più lo cerchiamo, più, inavvertitamente cominceremo ad assomigliare a Lui. Si, perché credo che è la ricerca che ci rende veri, così come Dio ci ha fatti, assetati di Lui, assetati dell'eternità.

 
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