domenica 23 aprile 2017

...noi, sfidanti

#jesuisTommaso, si potrebbe esordire oggi. Ci siamo abituati all'incredulità di Tommaso, come a qualcosa nettamente negativo, da evitare per non essere giudicati coloro che non sanno accogliere la risurrezione. Ma, scusate, vi sembra una cosa tanto normale, risorgere? Vi sembra una cosa tanto scontata che uno muoia e dopo tre giorni non solo risorga, ma vada in giro a farsi vedere? A me no! E per questo oggi dico, sì, oggi è la mia festa, perché io sono Tommaso. Io sono quella razza di sfidanti che non si lasciano convincere facilmente. Ah, cocciuti, dite? Si, probabilmente questa è la parola giusta. Ma credo anche che ciò che il Signore fondamentalmente ci chieda è la cocciutaggine nella fede. E questo significa che se uno mi si presenta e dice di essere Gesù (e in più ho visto che era morto tre giorni prima), io senz'altro gli chiedo qualche prova. Come succede spesso, soprattutto di questi tempi, quando la nostra umanità debole corre dietro le sensazioni, incluse apparizioni e fenomeni straordinari legati alla religione, non è mai difficile andare dietro alla folla. Evidentemente per Tommaso non era nulla di strano supporre che forse, presi emotivamente dalla perdita di Gesù e dal desiderio di continuare ad averlo presso di sé, i discepoli e le donne (figuriamoci poi con l'emotività femminile!), stessero vivendo qualche tipo di delirio collettivo. Sento come il richiamo di Tommaso sia il richiamo alla ragione, cioè ad unire la fede e la razionalità, perché Dio, pur oltrepassando il limite umano della morte, non fa cose irragionevoli. Basta pensare che è restato con noi in un segno tangibile, quello del pane, sebbene chieda a noi di credere che Egli è in esso presente. Si, così: Tommaso, tocca e non essere incredulo ma credente. Il punto è che Tommaso non è un credulone, che va dietro a qualsiasi cosa o pettegolezzo. E' disponibile a credere e lo vediamo dalla pronta risposta di fronte a Gesù che si lascia toccare. Non poteva il Signore dire: "ok, se non credi sono cavoli tuoi"? Si, certo che poteva! Eppure appare e va dritto da Tommaso e si fa toccare! Toccando, egli diviene credente. Infatti, pur avendo toccato, ci vuole la fede lo stesso: non è naturale avere davanti a sé un risorto. Caro Tommaso, tu sei l'esempio di quegli sfidanti di cui anch'io faccio parte. Preferisci sbagliare che essere ingenuo, preferisci esporti per non nasconderti nella folla di quelli che si adeguano a ciò che "dicono gli amici", preferisci essere considerato un incredulo, che coltivare nel cuor tuo la vera incredulità senza farlo presagire agli altri. Complimenti a te, Tommaso, che ti esponi e che dopo non hai più nulla da dire e da discutere, se non confessare in una maniera appropriata e concisa la tua fede. Stima a te, che non stai più a discutere quando l'hai visto, non stai a giustificarti, ma accogli e credi. Donaci di riconoscere che anche noi siamo te tante volte, solo che ci vergogniamo e preferiamo nasconderci dietro la "correttezza della fede". Eppure tu sai, che il vero Amore, se sfidato, diventa solo ancora più vero, nella chiarezza degli intenti e nel desiderio di comprendere, unisce tutto l'uomo, con il suo intelletto e cuore, per incontrare l'Amore che sorprende, che corregge e d accoglierlo con tutto se stessi.

Nessun commento:

Posta un commento