Non dimenticherò mai le raccomandazioni del mio istruttore alla scuola guida, il quale spesso mi ripeteva:
"ricordati che mentre guidi devi stare attenta a te stessa, a ciò che fai tu ma devi stare altrettanto attenta o ancora di più, a quello che fanno gli altri. Insomma, sappi che sempre, in ogni circostanza, anche quando l'altro ha torto, tu, se hai il senso di responsabilità, puoi evitare dei disastri".
E non potevo non ricordarmelo oggi, alle parole di Gesù sullo scandalo: state attenti a voi stessi. In effetti, lo sappiamo, disgraziatamente, quante volte succede che degli autisti semplicemente vedano delle persone in difficoltà le persone in strada oppure addirittura provochino degli incidenti e non si fermino, se ne vadano come se nulla fosse. E' forse questo il modo in cui "stare attenti a sé stessi"? Decisamente no.
E nella vita? Ci pensiamo quante volte può succedere che, anche involontariamente, causiamo un "incidente" e ci passiamo sopra, come se niente fosse? Lo scandalo non sta nel fare un incidente, se pensiamo che tutti siamo fallibili, ma nel fatto che passiamo oltre senza voler indagare sulle nostre responsabilità compiute o non compiute. Ma c'è di più: Gesù parla dello scandalo verso i piccoli. E in effetti è più facile ancora non accorgersi o far finta di nulla, quando abbiamo a che fare con i piccoli, di tutte le categorie possibili e immaginabili. I bambini "tanto non capiscono ancora", per cui spesso vengono esposti dagli adulti a delle cose pericolose, per non dire abominevoli, perché "cosa vuoi che capiscano?" I poveri, nemmeno li notiamo, ormai assuefatti all'abisso che spesso c'è tra la nostra vita e la loro. Ognuno percorre la propria corsia, non ci incrociamo, ergo: l'incidente non c'è. E l'incidente è proprio nel fatto che non troviamo un incrocio, una rotonda per tornare indietro e tendere la mano... Poi ci sono i poveri in spirito: siccome non pretendono, non alzano la voce, siccome spesso tacciono, non si lamentano, diventano loro "la nostra corsia", lo spazio sopra cui transitiamo con le nostre pretese, le nostre rivendicazioni, i nostri presunti diritti... I bambini sono sempre più feriti sin dall'infanzia, i poveri sono sempre più poveri, i deboli, i fragili, sono sempre più tali. E Gesù non mette nessun dolcificante, dice che chi, nel traffico della vita, non sa stare attento a se stesso e di conseguenza è colui che non bada a nessun'altro, non ha ragioni per vivere. In effetti, se ci pensiamo: la vita è un fluire di relazioni. Più stai attento a te stesso, più sei a contatto profondamente con te stesso, più sarai capace di relazioni con gli altri, più ti sentirai vivo e il "traffico" delle nostre vite, sarà più sereno e ordinato.
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