martedì 9 novembre 2021

tutto posso

 Gv 2,13-22


E' una questione piuttosto semplice. Certo che tutto si può. Da tener presente però che ogni cosa ha un limite o ha dei limiti. Così è fatto questo mondo, così siamo fatti noi. E saperlo, saper definire il limite, si chiama consapevolezza. Non coscienza, cioè non solo l'essere presenti a se stessi, ma essere presenti e ragionare. Sapere che fin lì si può arrivare, e oltre no. Perché oltre non c'è quel che vorremmo che ci sia. Un limite non siamo noi a stabilirlo, ogni cosa che noi sperimentiamo nella nostra vita, ha già un suo limite. Possiamo provare ad oltrepassarlo, laddove questo è possibile e ragionevole. Ma non sempre. E la sapienza ci porta nella vita proprio nella direzione della comprensione di questo confine invalicabile. Alle volte però, non ne siamo in grado. Ed ecco entra in scena Gesù. Forse al Tempio si poteva pure tollerare la presenza dei cambiamonete, per i tributi che dovevano essere versati... forse... ma non i mercanti. Il limite. Certo che si può portare al Tempio ogni sorta di animale che magari poi sarà pure sacrificato, per venderlo, ci sono tante "giustificazioni" per farlo. Tuttavia non è il loro posto. Esiste un confine, che la gente non ha capito. 
Passiamo dunque al nostro tempio interiore. Si, possiamo metterci dentro ogni cosa. Possiamo far entrare, attraverso la porta dei nostri sensi soprattutto, qualsiasi cosa. Tante cose avranno pure delle valide giustificazioni. Ma dopo noi diventiamo, interiormente, un mercato: confusione, chiasso, conflitti, interessi, bancarelle che fanno a gara per vedere quale urla di più... tutto si può, davvero. Ma non sei più tempio. Non sei più luogo di incontro con Dio e luogo in cui amarlo e, perché no, anche sacrificare qualcosa per Lui. Sei un mercato, sei un caos, giustificato purtroppo non di rado proprio con la presenza di Dio (io questo lo faccio per usare i miei doni, quest'altro per avvicinare le persone al bene, corro perché qualcuno ha bisogno...ecc.ecc.). E nel frattempo siamo un pasticcio che, in quanto pasticcio, cioè un miscuglio di tante cose, contenitore di tante voci, non ha la sua identità. Non ti meravigliare, se viene quel giorno in cui il Signore decide di entrare, ma non è una visita esattamente piacevole, perché deve rovesciare e creare ancora più confusione, affinché tu ritorni a Lui, causa del rovesciamento e principio con il quale le cose tornano al loro posto, perché se Dio è al centro e al primo posto, tutte le cose nella vita tornano al loro posto.  

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