Lc 18,1-8
Spesso sentiamo dire dalle persone che conosciamo: "Dio vede questo e non fa niente", "Dio non c'è, altrimenti non permetterebbe tutto questo". Sono affermazioni curiose provenienti dal nostro mondo automatizzato e appartenente all'era dell'"oltre digitale". La nostra non è più nemmeno la logica del "premo il tasto e rispondo ad un bisogno". Questi ragionamenti appartengono all'epoca dell'assistente Google, il quale ci ascolta per rispondere al momento opportuno a ciò che pretendiamo da lui. Ha "visto", o più precisamente, ha sentito, e reagisce, senza riflettere, esaminare né rispettare i tempi opportuni. Sì, Dio non è Alexa e nemmeno Siri, da cui esigiamo quasi che sappiano i nostri pensieri e rispondano ad ognuno di essi. Dio scruta ed esamina i nostri bisogni e i nostri desideri, per rispettare il tempo in cui sapremo distinguere gli uni dagli altri e decideremo cosa davvero ci è utile e necessario. Ma Dio non ascolta tutto ciò passivamente, come una macchinetta che attende i comandi. E il Vangelo di oggi fa la giusta domanda: ci farà aspettare a lungo? La risposta sta dentro di noi. La risposta sta nel tempo della nostra fede, dunque, nel tempo che viene definito dalla nostra capacità di domandare e di fidarci. La risposta che arriva prontamente, è esattamente quella che arriva quando siamo pronti, quando il Figlio trova la fede sulla terra del nostro cuore, che grida giorno e notte a Lui. Perché solo un cuore che si rivolge continuamente a Lui, sa distinguere con sempre più precisione il bene da scegliere. E' un allenamento, questa libertà che altro non è che capacità di scegliere appunto il bene in ogni situazione. E allora i tempi coincidono alla perfezione, perché non sono più definiti dall'ansia del "tutto e subito", ma dalla sapienza del "qui ed ora", tempo della fede, tempo di Dio.
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