Mt 28,8-15
Impressionante leggere nel Vangelo di oggi, come la diceria sul furto del corpo di Gesù, stia continuando fino ai nostri tempi. E fa anche molto riflettere, se vogliamo soffermarci sul meccanismo che sottosta a questo racconto. Inventarsi di sana pianta una spiegazione laddove la spiegazione non è conosciuta. Perché? Perché inventarsi delle cose e non dire secondo la verità "non sappiamo cosa sia successo"?
C'è sempre un guadagno facile, dietro una pronta spiegazione e non stiamo parlando solo della spiegazione della scomparsa del corpo di Gesù dalla tomba. Nel brano di Matteo vediamo il guadagno nella più semplice e immediata delle sue forme: il denaro. Una spiegazione falsa, comprata per soldi. Ma, se guardiamo bene la nostra vita, troveremo molti altri tipi di guadagni dietro queste tipologie di situazioni. Quante volte si cerca e si trova una spiegazione, falsa, solo ed esclusivamente per guadagnare a livello affettivo. Il noto meccanismo: se io saprò dare la risposta subito e prontamente, l'altro mi stimerà, mi vedrà, mi noterà, mi raccomanderà agli altri, mi farò una buona fama... Facciamo mille giri mentali, per calcolare le reazioni, calcolare la quantità di attenzione che riceveremo... Ci vendiamo non per soldi, ma per affetti, per anche la minima dose del senso di valore, che non sappiamo darci da soli, ma mendichiamo dagli altri, anche a costo di bugie. Delle volte siamo così affannati dietro questi facili guadagni, che non ci rendiamo conto che certe "dicerie" si perpetuano e perdurano nel tempo. E nel caso in cui di mezzo non c'è il denaro, continuiamo a costruire le nostre relazioni sul falso. Corriamo dietro alle richieste degli altri, anche quando non siamo realmente capaci di rispondere, per un motivo o per un altro, e perdiamo infine la nostra dignità, facendo finta di essere altro di quel che siamo, non riconoscendo il nostro proprio limite ma soprattutto non dandoci la possibilità di essere amati per quel che siamo e per quel che possiamo dare. Accontentiamo per avere in cambio i riconoscimenti. Certamente questo succede, perché in fondo non amiamo noi stessi, non sappiamo stare da soli con noi stessi e sentirci amati da Dio. Forse questa Pasqua può essere principio di liberazione da ogni legame malato. Come Cristo ha spezzato i lacci della morte, così anche noi possiamo decidere di abbandonare ciò che ci lega in una maniera malsana alle persone, alle cose... e che in fondo è una forma di morte. Sono quelle cose in cui prima cominciamo a credere noi stessi, perché il ritorno che ne riceviamo ci condiziona. Rinunciamo ai guadagni facili e alle "dicerie" che ci sono nella nostra vita. Potremo così darci vita "da soli", prendendo in mano la nostra esistenza e lasciandoci amare da Dio e da chi ci accetta così come siamo.
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