domenica 22 maggio 2022

l'educatore

Gv 14,21-26

L'evangelista Giovanni continua, raccontandoci i gesti e le parole di Gesù, prima della discesa dello Spirito Santo. Sono parole e gesti preparatori... preparatori a cosa però? Gesù indubbiamente si pone nel ruolo dell'educatore, colui che spiega, parla, dice le cose anche nei minimi particolari, risponde alle domande. Molte di quelle parole che dice, saranno comprensibili solo dopo la discesa dello Spirito. A ciascuno di noi è capitato, da piccoli ma forse anche da grandi... forse sta capitando anche ora, che vengono dette a noi delle parole che non sono chiare. comprensibili, non ci dicono nulla, quasi quasi. Ma ci viene anche detto di avere fiducia. Ed è qui il grande passo. Avere fiducia, che anche ciò che non sta camminando secondo le nostre logiche, anche ciò che non comprendiamo con la nostra piccola mente, è opera di un grande educatore. E che la vita, se vogliamo imparare, verificherà il messaggio che ci viene trasmesso. Gesù ha detto chiaro: lo Spirito vi ricorderà queste parole. Certo, lo Spirito porta luce proprio su ciò che non ci è chiaro in questo momento. E allora sorge spontanea la domanda: quanto quotidianamente invochiamo la sua presenza sulla nostra vita? Quanto chiediamo il suo aiuto, sapendo che è necessario e integra la nostra comprensione delle cose? Sì, Dio da sempre è un grande educatore, sa tirare fuori da noi un senso profondo, se noi ci lasciamo guidare dal Paraclito. Ma possiamo anche essere certi, che egli, come il vasaio che dà la forma alla sua opera, proprio come in questa foto, saprà arginare ciò che, sbordando, sarebbe oltre le nostre forze. Perché veniamo plasmati, ad un'opera precisa, spesso senza capire che forma prenderemo, ma senz'altro sicuri tra le sue mani. 

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