Mt 11,11-15
Preme tanto la
vicinanza di Dio all'uomo. C'è un pre-cursore, che ci porta e ci trasporta ad immergerci
nell'intimità Dio-uomo, quasi compiuta. Giovanni si fa spazio del "già e
non ancora", dell'anelito, finché non nasca il più piccolo nel regno dei
cieli, il Bambino. Perché Dio si è annidato già nella culla dell'attesa, grembo
di una ragazza. E, "se lo vogliamo accogliere", Giovanni siamo noi,
se leggiamo in lui il desiderio di Dio, quello di farsi prossimo e farsi uno
con l'uomo. Per questo noi siamo al mondo: per farne esperienza ed essere luogo
di incontro dell'uomo con Dio. Nell'invisibilità di un'esperienza che un giorno
avrà il suo compimento.
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