Lc 3,1-6
Quanto
sono dettagliate le informazioni che ci fornisce oggi l’evangelista Luca, per
contestualizzare l’inizio dell’attività pubblica di Giovanni il Battista.
Davvero siamo sicuri che queste ci servono? Nella sola prima frase, abbiamo
chiara l’immagine politica della Palestina. In mezzo a tutti questi nomi,
quali: Ponzio Pilato, Erode, Anna, Caifa… che forse non ci fanno venire in
mente niente di buono, si fa strada la parola di Dio. Essa però, stranamente,
non viene in una città o anche qualsiasi altra località, ma raggiunge il
deserto e in esso, Giovanni. Sembra che Luca voglia operare un’analogia con il
Verbo, cui incarnazione ha appena raccontato e che avviene a Betlemme, nella
piccolezza (cf Mi 5,1). Hai mai pensato all’analogia che tutto questo potrebbe
avere con la tua vita? Oggi è il giorno in cui fare memoria del momento in cui
hai fatto il tuo incontro, forse quello decisivo o forse il primo importante,
con Gesù, il Verbo, appunto. Oggi è il giorno, in questo cammino che ci prepara
alla sua nascita, di riprendere questo evento e fare come fa Luca. Puoi
visitare con la memoria del cuore, le regioni della tua esistenza, per vedere
come e da “chi” erano governate, domandarti su cosa stava succedendo nella
“politica” del tuo vivere di quel periodo. Puoi infine individuare il punto,
dove la Parola venne a visitarti. Forse scoprirai che anche in te e nella terra
e nella storia che sei, Egli preferì andare oltre tutti gli ambiti conosciuti
per nome, visitati, inquadrabili nella tua geografia, per impiantarsi in una
tua periferia, in un qualche margine della tua persona. Sicuramente ti
ricorderai questo primo amore e lo zelo che ne conseguì. Questo incontro
produce sempre una sovrabbondanza che sfocia nel fervore, che anche a Giovanni
ha spinto a camminare e gridare quell’Amore che sta per raggiungere tutti. Fai
un secondo step. Guarda al presente. Dove sei oggi? Che posto ha in te e nel
tuo cuore, Colui che hai incontrato con così tanta forza? In quale regione del
tuo essere Egli dimora? Ha già preso possesso di tutto/a te stesso/a? Sei
ancora disposto/a ad andare e dire con la tua vita la sua Presenza vivificante,
rallegrante, totalizzante? Ricordati che nei momenti di stasi, di crisi, di
ripensamento, nell’esperienza del non-senso, che sono in fondo tutti nomi dei “deserti”
che attraversiamo nella nostra vita, la strada c’è. Ed è quella di ritornare
all’Amore conosciuto, a Colui che sa raddrizzare, riempire, abbassare,
spianare, che ti fa di nuovo vedere la salvezza. Nel nostro cammino
di Avvento, non lasciamoci scappare la preziosa possibilità di tracciare la
cartina generale della nostra vita presente. In primis quella geografica, per
comprendere i luoghi che oggi hanno più bisogno di essere la culla del
Salvatore, ma anche quella fisica, per sentire nel cuore quanto i nostri
sentieri, burroni, monti, colli, vie, hanno bisogno di Lui.
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