lunedì 22 febbraio 2021

la nostra identità

Mt 6,7-15

E' una grande domanda sull'identità, quest'oggi. Ma non illudiamoci. Non si tratta esattamente dell'identità di Gesù, o del fatto che sia più o meno importante che gli diano delle risposte su cosa pensa la gente o cosa pensano loro, i discepoli. E' l'esatto contrario. Sapere cosa pensano i discepoli, sapere cosa pensa Pietro, sapere cosa penso io e cosa pensi tu, serve alla nostra identità. Non c'è niente da fare: man mano che tu incontri e conosci Cristo, tu cominci ad incontrare e conoscere te stesso. Cominci a renderti conto di chi sei davvero, della tua identità. Forse man mano che la sua luce invade la tua vita, tu resti sbalordito da ciò che in essa viene illuminato e che prima non eri in grado di vedere. Ma poi, tu capisci che la tua identità parte dallo sguardo del Signore su di te. E questo sguardo è sempre lì, ed è uno sguardo d'amore. Allora tu capisci che lui è il Cristo, il Figlio del Dio vivente, perché tu sei TU. E dopo capisci ormai con tutta la tua interiorità, cose nuove non tanto su di Lui, quanto sul suo agire nella tua vita, su quella modalità con cui Lui ti ama, che appartiene al tuo nome, scritto sul palmo della sua mano. Ed ecco: ammiri sempre di più ciò che Egli è e...ammiri sempre di più ciò che tu sei. Ti vuoi bene, vuoi bene a te stesso, perché sai di essere amato. Possano le parole che Francesco ripeteva a La Verna, dopo aver ricevuto le stimmate, essere guida per la nostra vita. Francesco non si sentì arrivato, quando Cristo gli concesse il dono della perfetta somiglianza con lui nella passione. Anzi, da lì sgorgò la domanda: Chi sei tu? Chi sono io? Quanto più infatti la nostra vita cammina segnata dagli incontri sempre più profondi con il Dio vivente, tanto meno capiamo e tanto più frequente diventa anche per noi la domanda di Francesco. Solo in Lui noi troviamo noi stessi.  E la risposta su di Lui, risponde alla domanda su di noi. Senza di Lui non solo non possiamo fare ma non possiamo nemmeno essere nulla.

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