domenica 13 novembre 2022

im-previsto

Lc 21,5-19

Hai presente quando ti prepari scrupolosamente ad affrontare una questione difficile, un colloquio importante, quando devi affrontare un dialogo faticoso... diventiamo tutti matematici allora. Mappe concettuali nella nostra mente, per avere soluzione ad ogni possibile mossa dell'"avversario", ore trascorse a studiare tutti i possibili risvolti e soprattutto: ansia... ansia e ancora ansia! Voglia di controllo e consapevolezza che non sarà mai possibile fino in fondo. In ogni angolo una possibile minaccia. Infine: stanchezza, tensione, nervosismo, ecc ecc. E tutto questo, fino alla data già stabilita! Figuriamoci come dovrebbe allora essere la nostra vita, in mezzo a tutto ciò che "ci minaccia" potenzialmente tutti i giorni e che è imprevisto! 
Occorre scegliere: prepararsi e stare in pace, sapendo che non siamo padroni degli avvenimenti, oppure angosciarci, spesse volte fin troppo, per cose che poi potrebbero anche risultare molto meno tragiche di quanto pensiamo. Andiamo a vedere cosa ne dice Gesù. Preavvisa i suoi discepoli dei pericoli cui vanno incontro. Ma dice pure di non farsi dei film mentali, preparandosi la difesa prima, ma piuttosto perseverare nel fidarci di Lui. Cosa c'entra allora la testimonianza in tutto ciò? Lo spazio per la testimonianza si trova laddove noi non siamo preparati, perché finalmente si rivela la potenza di Dio, secondo la logica paolina tutto posso in Colui che mi dà la forza (Fil 4,13). Finalmente sappiamo bene che siamo disarmati di fronte a certe situazioni e "pericoli" e che se non ci fidiamo e non ci affidiamo, non ne caveremo i piedi. E finalmente possiamo accettare pure la possibilità di fallimento, quella che non viene ammessa né accettata quando si studia con tanto dispendio energetico il "piano di battaglia". Questo ovviamente non significa che non dobbiamo attrezzarci per la vita, ma significa che riconosciamo che il nostro attrezzo più prezioso e indispensabile è la grazia di Dio. Non è facile in mezzo ai continui messaggi sull'autonomia e autosufficienza, oppure di fronte alla sempre più diffusa bassa autostima, che ci porta a pensare che non valiamo e non sappiamo nulla, per cui dobbiamo vivere nell'apprensione, cosa che ci porta necessariamente alla debolezza e alla fragilità. Il Signore ci pone davanti la nostra vulnerabilità, non per deprimerci o per farci vivere nel terrore, ma per dirci chiaro e forte, che nonostante questa, possiamo vincere nella vita, perché ciò che manca a noi, umanamente parlando, è spazio della sua azione, della testimonianza, è fiducia e affidamento. A noi la scelta del debole e limitato "previsto" umano o del divino "im-previsto". 




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