Lc 20,27-38
Funziona così e non può essere diversamente. Finché siamo su questa terra, cerchiamo e cercheremo sempre dei punti di riferimento umani, secondo i quali definire noi stessi. E' un processo normale. Ogni persona, che lo voglia o meno, fa riferimento con se stessa ai propri genitori, siamo sempre figli, genitori, sposi, zii, amici, conoscenti, nemici, collaboratori ecc, di qualcuno. Da qui parte l'interrogativo dei sadducei, che, sebbene furbo e fortemente risonante della loro opposizione verso le novità proposte da Gesù, fa comunque parte del patrimonio antropologico di ogni essere umano. In questo preciso caso possiamo intuire qualche nota di convenzioni e di abitudini che fanno di persone, cose. Ad esempio il fatto che una moglie passi quasi come una macchina da un fratello all'altro, in funzione dell'eredità che deve essere data al primo dei fratelli. E ancora, sempre come se fosse una cosa: a chi apparterrà nell'eternità?
Ed ecco che la risposta di Gesù non è solo il voler distogliere chi lo interroga, dalla logica di legami terreni. E' anche il far vedere che nell'eternità decadono tutti i rischi provenienti dalla reciproca appartenenza degli esseri umani. Rischi, appunto, quali: reificazione, uso, dipendenza, strumentalizzazione tra le persone, quelle cose che producono comunque totalmente o parzialmente, la morte dell'essere umano a quello che è davvero. Perché se io, se tu, siamo usati dai nostri simili, non siamo più uguali a loro, non siamo più davvero uomini e donne, ma veniamo trattati come oggetti. E spesso rispondiamo diventando oggetti, appunto. Il Signore ci dice invece che l'eternità è fatta di un solo punto di riferimento, a fronte dei tanti, terreni. Il Riferimento per eccellenza: l'amore totalizzante e liberante per sempre di Dio, che fa sì che non abbiamo di fatto più bisogno gli uni degli altri, perché Dio finalmente è tutto in tutti e così tutti ci ritroviamo a vivere dello stesso eterno Amore.
Ed ecco che la risposta di Gesù non è solo il voler distogliere chi lo interroga, dalla logica di legami terreni. E' anche il far vedere che nell'eternità decadono tutti i rischi provenienti dalla reciproca appartenenza degli esseri umani. Rischi, appunto, quali: reificazione, uso, dipendenza, strumentalizzazione tra le persone, quelle cose che producono comunque totalmente o parzialmente, la morte dell'essere umano a quello che è davvero. Perché se io, se tu, siamo usati dai nostri simili, non siamo più uguali a loro, non siamo più davvero uomini e donne, ma veniamo trattati come oggetti. E spesso rispondiamo diventando oggetti, appunto. Il Signore ci dice invece che l'eternità è fatta di un solo punto di riferimento, a fronte dei tanti, terreni. Il Riferimento per eccellenza: l'amore totalizzante e liberante per sempre di Dio, che fa sì che non abbiamo di fatto più bisogno gli uni degli altri, perché Dio finalmente è tutto in tutti e così tutti ci ritroviamo a vivere dello stesso eterno Amore.
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