Mt 9,14-15
La simpatica domanda che i discepoli di Giovanni rivolgono oggi a Gesù, probabilmente può richiamare alla nostra memoria tantissime situazioni vissute nel nostro quotidiano. Con curiosità osserviamo altre persone, appartenenti ad altre famiglie, gruppi sociali, religiosi ecc e raramente ci domandiamo a che scopo osserviamo. Non di rado le nostre silenziose osservazioni producono giudizi ma in alcune occasioni producono anche confronti e paragoni. Il pensiero porta poi con sé il sentimento, direbbe forse sant'Ignazio. Ma restiamo diplomatici. Quando facciamo o osserviamo delle cose in cui non c'è il nostro cuore, quando dunque le facciamo per una sorta di rituale appreso, "perché si è sempre fatto così", perché "cosa dirà la gente se non faccio così", nascono mosse diplomatiche come quella del Vangelo di oggi. Verbalizziamo e razionalizziamo un pensiero che sotto sotto cela un sentimento di rifiuto, in qualunque sua sfumatura. "Come mai noi facciamo questo <sottointeso cosa buona che ci pone sul gradino superiore rispetto ad altri> e quelli no?" Il ché tradotto razionalmente dovrebbe significare: come mai noi agiamo "correttamente" e quelli no e "se la cavano"? Invece, in molti (anche se non tutti) casi esprimiamo una protesta: come mai io/noi devo sono costretto a fare questo e loro no? Diventa così chiaro che da qualche parte in tutta questa contestazione, si nasconde un po' di invidia. Io agisco secondo un DOVERE che però non interiorizzo e non faccio mio, per cui non appena vedo qualcuno che fa diversamente, mi si attiva dentro il rifiuto che in fondo ho di questa dimensione.
Dunque, due spunti di riflessione... Il primo: c'è ogni tanto da interrogarsi su quali regole/consuetudini vivo e per quale motivo lo faccio... Il secondo: cosa me ne faccio, soprattutto di quelle che magari mi stanno scomodi, ma so che le rispetto in vista di un bene più grande, cioè, le subisco oppure so farne delle risorse? O anche un terzo spunto: vivo appieno la mia vita, dando testimonianza delle scelte compiute, oppure preferisco perdere tempo guardando dentro la vita degli altri ed esprimendo cosa ne penso? Tutto ciò condito dall'unica consapevolezza: sono io l'artefice della mia vita e ogni giorno decido cosa e come vivere, in vista della felicità.
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