sabato 25 luglio 2020

il catalogo dei semi

Mt 13,18-23

Tante volte, leggendo il Vangelo di oggi, molti di noi cominciano a sentirsi a disagio, osservati, giudicati. Ci sembra di doverci esaminare per incastrarci in una categoria di semi, quasi facendoci catalogare, per comprendere che seme siamo: quello caduto lungo la strada, quello del terreno sassoso, quello seminato tra i rovi, o quello caduto sulla terra buona. E ci giudichiamo a partire da queste categorie. La trappola sta nel fatto che qualcuno potrebbe pensare: ma se siamo seme, siamo stati seminati al di là della nostra volontà in un terreno, che colpa ne abbiamo? Ed ecco il cuore della trappola: pensare subito al negativo e alle colpe, abitudine tanto conosciuta e tanto comune, nel nostro mondo. Oppure l'immediata accensione dei sensi di colpa, della falsa umiltà, insomma tutta una valutazione triste. E invece noi non siamo un seme gettato a caso in una terra a caso. Noi siamo un seme sempre in evoluzione, siamo un catalogo di semi, che nelle varie fasi della nostra vita, si trova per un motivo o per un altro in un terreno oppure in un altro. E non c'è da rinchiudere se stessi e tanto meno gli altri  in una categoria, perché significherebbe precluderci la possibilità di trovare una terra buona, o, in altri casi significherebbe trovarci una scusa buona per non prendere decisioni e non decidere cambiamenti. Il sapersi comprendere come delle creature sempre in evoluzione verso qualcosa di nuovo e di diverso, significa considerarsi tutti i terreni possibili. E, con questo, sentirsi inseriti nel disegno della misericordia di Dio, che continua ad amarci nei momenti in cui il nostro terreno è buono e in quello sassoso, perché è fedele sempre e scrive anche nei terreni non fertili, la storia d'amore con noi, attraverso la sua fecondità. 

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