domenica 12 luglio 2020

cento volte tanto


Mt 19,27-29 
Quanti di noi hanno sentito più volte questo brano del Vangelo di Matteo, sono abituati al fatto che esso sia stato a lungo riferito ad una cosiddetta "speciale chiamata", cioè a coloro che dedicano la loro vita completamente a Dio, alla loro vocazione specifica, perché fino a non molti anni fa, si pensava che "lasciare tutto" per seguire Cristo, fosse rivolto, come invito, solo a loro. Ormai per fortuna sappiamo che non è così e perciò ognuno di noi si può accostare a questo brano, cercando la propria identità dentro. Di certo, intuiamo direttamente, che non per tutti si tratta di "lasciare" alla stessa maniera. C'è chi è chiamato a possedere, a restare nel proprio posto di vita e di lavoro, eppure, come quelli che fanno la vita più "missionaria" e senza proprietà, anch'egli è chiamato ad abbandonare le cose, le persone, i luoghi, per restare libero dentro, per far affiorare i tanti colori che ha dentro di sé, quel cento volte tanto, che aspetta lì, dentro al nostro cuore, finché esso sia sgombro tanto da far esplodere la vita. Possono essere cose, persone, sentimenti, pensieri, quelli che occupano e ingombrano la nostra vita e non danno spazio allo Spirito che abita in noi. E questo non significa che lo Spirito non agisce in noi, significa solo che non siamo sensibili alla sua azione, quando ci occupiamo di questo strano "arredamento degli interni", che tanto bene non ci fa e di certo non porta la bellezza. Le persone che "hanno lasciato tutto", possono possedere molto, essere circondate da tante persone, sentire molte parole, avere tanti sentimenti, ma quanto più scelgono di essere "posseduti" da un Amore solo, dall'unica sorgente dei colori che hanno dentro, tanto più l'abbondanza non è per loro un disturbo, perché l'interiorità si concentra altrove. Allora essi possono restare sempre nello stesso posto, senza allontanarsi da nulla e da nessuno, eppure sono pronti per ricevere il centuplo: l'amore può moltiplicarsi dentro di loro e "andare in giro per il mondo" con loro, nelle situazioni più ordinarie della vita. E tutto ciò, affinché "Dio sia tutto in tutti" (1Cor 15,20)



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