Gv 3,31-36
Molto curiose le parole di Gesù nel Vangelo di oggi. Sembra che stia facendo delle distinzioni tra quel che appartiene "all'alto" e "al basso". Per cui chi viene dall'alto è al di sopra e chi viene dalla terra, appartiene alla terra. Due possibilità, o dall'alto o dal basso. Tuttavia poi guardiamo Colui che ci dice queste cose... Dio, quindi proveniente figurativamente dall'alto ma anche uomo, per cui appartenente alla terra. Questa è la grandezza del nostro Dio, che non troveremo da nessun'altra parte, è un Dio incarnato. Egli appartiene al cielo, difatti parla del suo legame indissolubile col Padre, ma appartiene anche così tanto alla terra, che si lascia seppellire nel grembo di essa, dopo la morte del suo corpo umano. Come dunque è con noi, che siamo i figli adottivi, fratelli del Figlio? Certamente non nello stesso grado, ma anche noi apparteniamo al cielo e alla terra. La nostra vita, a discapito di tutto ciò che qualcuno vuole dire, non è determinismo. Il nostro "essere della terra" è bello proprio perché illuminato dalla nostra appartenenza alla patria celeste. E il nostro "essere del cielo" santifica la nostra dimensione terrena. Come la santifica? Attraverso le scelte che facciamo tutti i giorni e che possono appunto appartenere alla cosiddetta bassezza oppure ad una prospettiva alta, quella di donne e uomini della risurrezione. E non si tratta di chissà quali decisioni, si tratta delle piccole cose di ogni giorno. Attraverso le mie azioni, i miei atteggiamenti io comunico un'appartenenza, comunico il cielo o la terra. Torniamo a dire: tutto ciò non è predeterminato, ma ogni mio moto interiore, che sia pensiero o emozione, è soggetto a ciò che la mia volontà farà con esso. Decido tutti i giorni cosa fare con la mia gioia (se esprimerla, condividere, o tenere per me), cosa fare con la mia rabbia (se trasformarla in un'energia buona oppure ferire gli altri), con i miei pensieri creativi (se reprimerli oppure sfruttarli per il bene mio e degli altri) e potremmo moltiplicare gli esempi. Questa è la distinzione tra l'alto e il basso, nella nostra vita, nei fatti.
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