Chissà, come dice una famosa vignetta che gira per il web, se i bambini nel grembo della madre, credono nella vita dopo il parto... Tutto il loro mondo (e l'abbiamo vissuto tutti), si racchiude lì, in questo spazio ristretto, al sicuro, dove le giornate dei primi nove mesi scorrono quasi alla stessa maniera, se non fosse la crescita e la progressiva crescente capacità percettiva e di relazionarsi con ciò che li circonda. Ma ancora l'illusione permane, fino al giorno in cui veniamo alla luce. Il primo grande giorno della disillusione: il giorno della nostra nascita. Fare un passo in avanti e avere coraggio di andare avanti, significa lasciare dietro a sé qualcosa e aprirsi al cambiamento. Il mondo all'improvviso è molto più vasto, rispetto al grembo materno. Appare invivibile, sconosciuto e pericoloso. L'illusione dell'eterno vivere uniti alla madre tuttavia, non riguarda solo la vita prenatale. Quotidianamente ci troviamo a vivere o a sentir parlare delle grandi disillusioni che viviamo. Chiaramente, a livello emotivo tutto ciò sottintende scoraggiamento, delusione (quanto assomiglia alla parola disillusione!), smarrimento, sfiducia. Certamente nulla di positivo. Ebbene, per quanto viviamo questi momenti con una nota di amarezza, dovremmo considerarli delle grandi opportunità. Sono infatti delle nuove nascite, in cui crollano le nostre illusioni. Si, perché veniamo alla luce, dopo un periodo (forse alle volte una vita?) in cui non abbiamo visto la verità. Vivere nell'illusione sulle persone, sulle cose, sulle realtà è da bambini. Ma attenzione, non necessariamente nel senso negativo! Nella vita, per non soccombere prendendosi troppo sul serio, occorre restare bambini, considerandolo una dimensione costruttiva della nostra vita. L'illusione, se poi ci pensiamo, significa appunto che c'è qualcosa oltre, che c'è una nascita, un'opportunità da sfruttare, un passo da fare. Rimane vero che se il passo noi non lo facciamo (e a volte non ne abbiamo capacità oggettivamente), è la vita che si affretta a disilluderci. Cosa faremo con questa nuova nascita che ci viene proposta? Ci lamenteremo che respirare con i propri polmoni provoca dolore? Metteremo in risalto i sentimenti negativi? Scaricheremo la responsabilità su qualcosa o qualcun altro? C'è un'altra possibilità ancora: lasciar passare del tempo, lasciar sfumare i sentimenti, non fare nulla di particolare e... tornare alle nostre illusioni. Capita anche questo. Soprattutto nei confronti delle persone. Ogni disillusione rispetto agli atteggiamenti che riscontriamo negli altri, dovrebbe iniettarci una buona dose di realismo quanto all'idealizzazione che talvolta portiamo avanti dentro di noi. La delusione in questo senso ci aiuta a capire che abbiamo davanti delle persone umane e che non possiamo esigere da nessuno ciò che non può darci. Dunque, aiuta a ridimensionare le nostre illusioni e a trovare il beneficio nella conoscenza sempre più oggettiva, sempre più adulta del mondo e delle persone. E di conseguenza anche una presa di responsabilità sempre più adulta per tutto ciò di cui è fatta la nostra vita. Occorre che ci permettiamo di essere bambini bisognosi di nascite e rinascite, anche attraverso il crollo delle illusioni. Altrettanto poi siamo chiamati a prendere le nostre disillusioni e trasformarle nella capacità di guardare il mondo con sano realismo. Perché se siamo solo bambini, saremo infelici nelle nostre delusioni e se siamo solo adulti, non sapremo approfittare mai della capacità meravigliosa di sognare. Un'altra volta vediamo come la felicità dipende da noi e da come reagiamo alla vita. Ripetiamoci ogni tanto con Giovanni Paolo II "Prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro".
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