Parlare dell'oggettività, oggi è molto rischioso, me ne rendo conto. Purtroppo spesso, troppo spesso, si confonde la libertà con il libero arbitrio e l'interpretazione di un dato di fatto altera la realtà, sotto la copertura della tolleranza e del: ognuno è libero di pensare ciò che vuole. A me piace un profumo che forse a te non piace, sei libero di non mettertelo addosso, tuttavia, se è un profumo piacevole, dovresti saper dire: è un bel profumo (inteso: non è una puzza), anche se non corrisponde ai miei gusti. E' come quando dico in una discussione: ciò che dici è un'ipotesi possibile, anche se per me non è quella più plausibile. Dove voglio arrivare? Al fatto che il profumo buono e prezioso che la donna del Vangelo di oggi riversa sui piedi di Gesù, resta quello, al di là di chi fa il gesto. Gesù è il Signore e riconoscere questo, legittima "lo spreco" di quella sostanza più pregiata che forse quella donna avesse in quel momento. I farisei però non vogliono vedere questo: loro guardano alla persona con disprezzo. Insomma per loro quel gesto è sporco, perché è sporca per loro la protagonista. Non così Gesù. Lui separa le persone dal male che possono aver commesso e le qualifica dal bene che fanno. Non vede in lei una peccatrice, anche se sa che lei è anche questo. Lui vede una donna che fa un gesto oggettivo: esprime l'amore. E vuole vederla attraverso questo gesto, dato che l'amore a parole vale poco, ma con i fatti molto. Di più: egli fa capire come un peccatore può amare infinitamente di più rispetto al cosiddetto uomo retto. Perché il peccatore compie gesti clamorosi d'amore, mentre quello abituato ad ospitare il Signore, potrebbe non compierne nemmeno uno... E noi, che sguardo abbiamo? Vediamo le persone a partire dal loro peccato o a partire dall'oggettività del buon profumo che sono comunque capaci di spargere, anche quando noi non siamo in grado di vederlo? Amare si può, è una scelta nella libertà. Riconoscere l'oggettività dei fatti si deve, abbandonando gli occhiali della nostra emotività ferita, bramosa di perfezionismo.
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