Lc 13,22-30
Ti è mai capitato di parlare in pubblico e avere davanti a te tanta gente? Se sì, capisci bene che non puoi ricordare e tantomeno conoscere tutte le persone che ti hanno ascoltato. Finché una persona non ti si avvicina, non ti mostra il suo interesse per fare una domanda, per un confronto, ecc, c'è una reale possibilità che tu non ti ricorderai di lei, se la incontri l'indomani. E' normale. La stessa cosa nei grandi eventi, dove si sta "insieme", ad esempio grandi rinfreschi, tavolate... finché non ci si ritrova l'uno vicino all'altro, per caso o appositamente, non ci si conosce. E questo esattamente pare essere il problema degli uomini del Vangelo di oggi. Vogliono dire a tutti i costi al Signore che lo conoscono, perché l'hanno visto insegnare nelle piazze, e perché hanno mangiato in sua presenza. Il problema è che non l'hanno nemmeno sfiorato, pur avendone avuto non una, ma più occasioni. Come vuoi essere riconosciuto, se non ti sei mai avvicinato veramente a Colui che dovrebbe essere la tua salvezza? Non è che Egli non vuole esserlo. Sei tu che l'hai guardato a distanza, l'hai visto, ma non l'hai voluto toccare, accogliere, non ti sei "sporcato di Lui". Ovvio che non sa di dove sei tu... c'è così tanta gente che lo guarda da lontano! E visto che Lui stesso ha detto di sé di essere la porta delle pecore, (Gv 10,7), ecco che ti dice di entrare per la porta stretta. Cioé che devi essere disposto a sentire questo passaggio, questo movimento di entrata. Sentire addosso a te, che non necessariamente sei delle stesse dimensioni della porta. Così solo sei costretto non solo a "sfiorare" ma anche a provare a trovare le tue dimensioni, stringendo di qua, spingendo di là... La porta larga crea spazi vuoti, parla di distanza. Quella stretta ti mette in condizioni di vivere a con-tatto con la salvezza, che si opera nella disponibilità di mettersi in gioco anche a costo di fare brutta figura, sembrare troppo grossi per la porta, sporcarsi il corpo con ciò che è diverso... abbattere insomma le distanze. Ecco da dove tu sarai conosciuto non solo dal Signore ma anche dagli uomini: se sei in grado di toccare e lasciarti toccare, senza più tenere quelle false "distanze di sicurezza", che ti tengono "al sicuro", ma sterile e incapace di relazioni, quelle quotidiane ma anche quella fondamentale, con Lui, che ti salva.
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