Lc 17,26-37
Di solito siamo abbastanza comodi rispetto al concetto della fine del mondo. Tuttavia, in questo tempo della pandemia, qualcuno sta vedendo delle scene apocalittiche (ignorando probabilmente il fatto che l'Apocalisse non è stata affatto scritta per rappresentare quel che presumibilmente dovrebbe accadere alla fine del mondo). Gesù invece ce la vuole presentare diversa e ci dice come reagire "quando avverrà". E le sue parole mi ricordano tanto una poesia polacca sulla fine del mondo, che condivido con voi.
Nel giorno della fine del mondo
un'ape gira sopra il fiore di nasturzio
il pescatore assetta le reti luccicanti
nel mare i delfini allegramente saltellano
i giovani passeri s'attaccano alle grondaie
il serpente ha la pelle dorata, proprio quella sua
Nel giorno della fine del mondo
le donne attraversano i campi con ombrello in mano
un ubriacone s'addormenta sul ciglio dell'aiuola
i fruttivendoli gridano per le strade
all'isola arriva la barca con la vela gialla
resta nell'aria il suono del violino
per aprire una notte stellata
e coloro che attendevano i tuoni e i fulmini
restano delusi
e coloro che aspettavano i segni e le trombe angeliche
non credono che invece già sta accadendo
finché il sole e la luna si vedono in alto
finché il bombo visita la rosa
finché i bambini nascono di color rosa
nessuno crede che già sta accadendo
Solo un vecchietto brizzolato che sarebbe stato un profeta
ma profeta non è perché ha un altro mestiere
dice, legando le piante dei pomodori:
non ci sarà una fine del mondo diversa
non ci sarà una fine del mondo diversa
Czeslaw Milosz
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