mercoledì 13 gennaio 2021

fuggire restando

Probabilmente non fatichiamo a ricordare quei momenti della nostra vita in cui molto spesso abbiamo sentito quanto siamo utili alle persone e alle situazioni della vita. Sono stati segnati dal passaggio del bene, tanto di quel bene che passa attraverso di noi. Alle volte tutto ciò sfocia in un'esclamazione: "tutti ti cercano, dove sei?". Quando la sentiamo troppo spesso, dovrebbe diventare uno stimolo per una riflessione più approfondita. Perché tutti mi cercano? Cosa ne ricavo io? Che sentimenti provoca in me il fatto di essere ricercato e quasi indispensabile? Se non ci poniamo queste domande, rischiamo di farci sfuggire la libertà. La libertà infatti significa far del bene, stringere dei legami nel bene, esserne responsabili, e saper consegnare agli altri la responsabilità che spetta a loro. La libertà di una relazione basata sul bene ricevuto e dato, significa necessariamente presenze e assenze, significa i SI e i NO, al momento e tempo opportuno. Alle volte significa anche saper fuggire, come fa Gesù (Mc 1,29-39) Fuggire restando, perché il bene che ci lega, resta sempre. Ma ciò che deve restare davvero è il Bene (con la B maiuscola) nel nome del quale noi facciamo il bene agli altri. Allora i legami più belli sono ancora più intensi, perché non costretti emotivamente da nessun dovere di indispensabilità. Allora l'amicizia è più intensa e più vera, perché costruita su un bene reciproco e cresciuta nella consapevolezza dei limiti creaturali. E il prendersi cura degli altri è tanto importante quanto prendersi cura di se stessi. 

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