martedì 1 dicembre 2020

non solo guardare

Lc 10,21-24 

Quanto strana suona oggi la frase di Gesù, rivolta ai discepoli. Non dice infatti: Beati i vostri occhi perché vedono ciò che vedono, ma dice Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Dunque non dà per scontato che gli occhi beati siano quelli dei discepoli, ma piuttosto sottolinea la condizione di questi occhi. Facendo un gioco un po' "giovanneo", possiamo accorgerci che anche Luca usa due verbi in questa frase, in greco. La frase che abbiamo appena riportato, utilizza il verbo blepo, che indica più che altro la capacità fisica di vedere, la vista stessa. Dunque, beati quegli occhi che hanno la vista per vedere ciò che voi vedete. Come se volesse parlare di gradi diversi della vista, come è solito fare Giovanni nel suo Vangelo. Qui è beatitudine già l'avere la vista in quel contesto e in quei tempi, ed essere in grado di vedere ciò che possono vedere i discepoli. Ma la frase che segue, va già più in profondità. Molti re e profeti avrebbero voluto "vedere e conoscere" (ideîn) ciò che i discepoli guardano, ma non lo videro e non lo conobbero. Siamo ad un altro livello. Questo desiderio di profeti e re, esprime quella nostalgia profonda, che alberga il cuore di chi non ha il Figlio di Dio davanti agli occhi, di chi non è vissuto nel tempo di Gesù e non l'ha potuto vedere all'opera, e non ha potuto allora comprendere la sua opera. Dietro a questo verbo c'è non solo la vista, ma anche l'attività spirituale, una lettura più profonda di ciò che si vede. I discepoli sono privilegiati, hanno davanti agli occhi persino elementi visivi che facilitano loro la necessità di lettura più profonda di ciò che è e fa Gesù. Hanno la possibilità non solo di guardare, ma anche di vedere lì in fieri l'opera della salvezza. Molto di più questo vale per noi. Loro infatti hanno guardato per noi, hanno visto in profondità e hanno trasmesso a noi la fede nell'infinita possibilità di vedere e conoscere in profondità ciò che Dio compie nel mondo, nella storia. Come guardiamo allora la nostra quotidianità? La guardiamo solo o la scrutiamo, vivendola per conoscere in essa l'azione di Dio? Anche per noi vale la frase Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Beati siamo perché ancora di più dei discepoli abbiamo la Parola che ci illumina gli occhi, la vista, se vogliamo. A noi sta decidere cosa farcene con questa vista, già tanto carica di ciò che per noi hanno visto e hanno trasmesso coloro che nel corso dei secoli della chiesa, hanno voluto guardare e vedere.



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