Continua il discorso di Gesù. Continua anche l'incredulità e l'ostinazione di chi non vuole o non può credere in Lui.
E allora scatta la considerazione sul punto di vista da cui guardare le cose. Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora conoscerete...
Hai mai guardato la stessa persona prima dal basso e poi dall'alto (oppure vice versa)? O meglio ancora: mettendo ben a fuoco cosa succede quando cambiamo la posizione verso la persona, dal punto di vista fisico, pensiamo ora allo sguardo interiore. Hai mai cambiato la posizione verso qualcuno, interiormente? Ti è capitato di guardare (forse anche inconsapevolmente) qualcuno dall'alto verso il basso per un lungo tempo, con la poca voglia di avvicinarti a lui o di "degnarlo" di uno sguardo diverso rispetto al solito? Ti è mai venuto in mente che forse proprio quella persona, che guardi un po' dall'alto, magari non tanto o non solo per antipatia ma anche per la tua personale insicurezza, che non vuoi esternare (come fu nel caso di farisei che, insicuri sulla persona di Gesù, preferivano coglierlo in fallo e/o comunque ostinarsi nel non volersi avvicinare alla sua "posizione"), potrebbe essere qualcos'altro, rispetto a quello che tu pensi? Beh, se hai questa esperienza, sai allora che le parole di Gesù sono sacrosante. Solo quando cambiamo la prospettiva, quando "innalziamo" la persona, purtroppo spesso esattamente come fu fatto a Lui, messo in croce, riusciamo a vedere la sua grandezza. Questo può succedere nelle circostanze della vita o semplicemente perché anche noi ci mettiamo in croce a vicenda. Ma poi finalmente abbiamo modo di guardare l'altro dal basso, da una nuova prospettiva... forse si presenta finalmente quell'occasione in cui siamo noi quelli piccoli, quelli più indifesi o perché ci rendiamo conto che abbiamo messo in croce qualcuno, o perché vediamo una grandezza che prima non eravamo in grado di percepire. Dunque, può essere un compito interessante per questi ultimi giorni della Quaresima: cambiare la prospettiva, assumere un'altra posizione, e questo significa: permettere ai nostri occhi di vedere qualcosa, che prima non sono stati capaci di scorgere.
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