Gv 4,5-42
Avevo in mente oggi quei passaggi di personaggi importanti, quando devono visitare una città o c'è un evento, tipo il Papa, e si passa la parola: guarda che il Papa passa di quà e... tutti si dirigono in quella direzione...
Avete mai pensato cosa sarebbe successo se si dicesse oggi: guarda, a quell'ora Dio passa in quel luogo. Ci andremmo tutti? Io penso di sì, chi per fede, chi per non-fede, cioé perché scettico (tipo io), chi per curiosità, chi per relazionare sui raduni ecc. Beh, Dio di certo prende le strade che non necessariamente conosciamo. Cosi Gesù dalla Giudea si dirige verso Galilea e... non si capisce perché, passa per la Samaria. Non c'era mica bisogno di passare di là, non soltanto per la strada da fare, ma anche perché Samaria, si sa, non era un ambiente frequentato dai giudei... Eppure lui sceglie di passare proprio lì. A che scopo, a mezzogiorno? Se non c'è nessuno in giro? (come in questi giorni sulle nostre strade)... Siccome lui è uno che non perde nemmeno una pecora del suo gregge, va dove c'è una che ha un bisogno vitale di Lui. Eh si, Lui sa che lei esce negli orari più impensabili, perché per la gente e una poco di buono. E come se questo non bastasse, lei è la prima alla quale Gesù si autorivela, cioé la prima alla quale è lui a dire di se stesso, di essere Messia. Esagerato?
Beh guardiamoci attorno... non abbiamo messe, siamo spaventati perché non accediamo ai sacramenti e temiamo per le nostre anime. Eppure, come disse già qualcuno c'è una crepa in ogni cosa e da lì entra la luce. La crepa della nostra insicurezza in questi giorni, si fa spazio per Dio. Egli si fa un giro diverso e inaspettato, entra nelle nostre vite e nelle nostre case attraverso gli schermi, attraverso delle condivisioni che altrimenti non avremmo forse fatto, attraverso i sentimenti di debolezza e di abbandono a Lui. Si fa presente, non ci abbandona. Per la Samaritana è il peccato in cui vive, per noi è questa vulnerabilità che diventa strada, anzi diventa porta per Lui. E finalmente non siamo noi a dire: Dio di qua, Dio di là (come succede nei Vangeli, quando dopo le guarigioni o gesti come quello di Cana, sono gli altri a riconoscere la messianicità di Gesù), ma è Lui che si mostra nella sua potenza e nel suo essere Lui quello che ama il mondo anche nell'ora più rovente, in questo mezzogiorno che stiamo vivendo, sterile, silenzioso, scottante. E parla, come ha parlato alla Samaritana. Le dice tutta la sua vita e fa di lei la sua messaggera. Cosa ci dice della nostra vita, nel silenzio di questi giorni, quanto lo ascoltiamo? E' tempo di preprazione per essere messaggeri anche noi, per poter dire: anche questo mi è servito, per portare la sua vita nel mondo.
Beh guardiamoci attorno... non abbiamo messe, siamo spaventati perché non accediamo ai sacramenti e temiamo per le nostre anime. Eppure, come disse già qualcuno c'è una crepa in ogni cosa e da lì entra la luce. La crepa della nostra insicurezza in questi giorni, si fa spazio per Dio. Egli si fa un giro diverso e inaspettato, entra nelle nostre vite e nelle nostre case attraverso gli schermi, attraverso delle condivisioni che altrimenti non avremmo forse fatto, attraverso i sentimenti di debolezza e di abbandono a Lui. Si fa presente, non ci abbandona. Per la Samaritana è il peccato in cui vive, per noi è questa vulnerabilità che diventa strada, anzi diventa porta per Lui. E finalmente non siamo noi a dire: Dio di qua, Dio di là (come succede nei Vangeli, quando dopo le guarigioni o gesti come quello di Cana, sono gli altri a riconoscere la messianicità di Gesù), ma è Lui che si mostra nella sua potenza e nel suo essere Lui quello che ama il mondo anche nell'ora più rovente, in questo mezzogiorno che stiamo vivendo, sterile, silenzioso, scottante. E parla, come ha parlato alla Samaritana. Le dice tutta la sua vita e fa di lei la sua messaggera. Cosa ci dice della nostra vita, nel silenzio di questi giorni, quanto lo ascoltiamo? E' tempo di preprazione per essere messaggeri anche noi, per poter dire: anche questo mi è servito, per portare la sua vita nel mondo.
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