sabato 25 febbraio 2017

dovunque mamma

Evidentemente era così sin dall'inizio del mondo. I gesti tanto normali come una ricerca di contatto e di affetto da parte di un bambino, pur chiassoso e monello, venivano soppressi e limitati. Siamo andati così per secoli e secoli, forse sarebbe l'ora di farla finita? I discepoli nel Vangelo di oggi, rimproverano i piccoli che si avvicinano a Gesù. Come se quello fosse una statua su un piedistallo, che non bisogna profanare. Ebbene, il Signore stesso si mette a rovesciare tutto sottosopra, quando finalmente si arrabbia e "profana" la logica dominante. Il Regno appartiene a questi bambini, che non temono, che si fidano, che non hanno paura di sbagliare, che si mostrano così come sono. Non appartiene a chi ha imparato le formule e le regole, ma non cerca di riconoscere la presenza del Signore. Forse è proprio il vantaggio dei fanciulli, quello di guardare le cose dal basso, con stupore e spesso a bocca aperta; prendere il mondo così come è, piangere quando c'è da piangere, correre quando c'è da correre...senza calcolare sempre, senza ergersi sopra nessuno. Un bimbo nato in un contesto sano, cresce bene perché almeno all'inizio associa tutto all'amore materno: il cibo è mamma, la casa è mamma, il calore è mamma, insomma la sicurezza è nella mamma. In un secondo momento questo significherà una sicurezza sufficiente per andare avanti nella vita, anche quando la mamma non c'è. Credo che la nostra vita e la nostra crescita sta proprio qui: essere capaci, come i più piccoli, di riconoscere che dovunque, in ogni angolo della nostra vita, c'è Dio. Il Regno infatti, è in mezzo a noi. Lo vedi?

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