Ci sono delle cose nella nostra vita, davanti alle quali, se non subito, dopo un po' di tempo, abbassiamo lo sguardo. Penso a quegli schemi, magari lavorativi, che magari ci mettono a contatto con le persone, ma in un meccanismo scorrevole di routine, ci impediscono di instaurare anche solo un attimo di relazione, magari appunto attraverso uno sguardo, un sorriso. Sto pensando a Levi del Vangelo di oggi. Stava al banco delle imposte: sguardi fuggitivi, forse nessuno sguardo, forse sempre gli occhi bassi. La logica dello scambio obbligatorio: tu mi devi e io ti devo; nulla di gratuito, solo un secco riscuotere le somme. E poi arriva qualcuno che non gli dona solo uno sguardo fuggitivo o spregevole che si dona alle persone come lui... arriva uno che LO VEDE e lo invita gratuitamente a rompere la sua routine, che lo uccide interiormente e che lo rende tanto odioso. E si rompe il velo della peccaminosità di questo uomo. E vi entra la salvezza. Dove sta il mio velo della routine, sotto il quale ormai ho abbassato lo sguardo e non lo alzo più? Forse c'è chi passa e MI VEDE, forse è proprio oggi. Anzi, è sicuramente proprio oggi! Alzati, guarda, Qualcuno ti vede! Vedi che ti vede! E smettila di abbassare il tuo sguardo. Smettila, per sempre.
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