Sicuramente hai presente qualche momento della tua vita in cui eri arrabbiato/a e l'hai tenuto dentro. Forse per paura di essere giudicato o per non ferire l'altro...alla base di tutto sta il nostro bisogno di essere amati. Spesso in questo bisogno inciampiamo e ci confondiamo, non sapendo più chi e che cosa stiamo mettendo al centro e se realmente stiamo mettendo al centro qualcosa, o solo restiamo dentro un meccanismo simile al cane che si morde la coda. Infatti spesso una rabbia trattenuta dentro si trasforma in una tristezza quasi o propriamente depressiva... figuriamoci quando questo atteggiamento viene da noi assunto a vita! Si, ci manca un po' di libertà nell'esprimere i nostri sentimenti, forse nessuno ci ha insegnato a distinguere e discernere sia quelli buoni e quelli distruttivi... Perché si, anche la rabbia può sanare. Noi sappiamo quante volte ci indigniamo con le persone a cui vogliamo bene. Abbiamo diritto e dovere di esprimere questa rabbia... ma prima abbiamo dovere e diritto di assicurarci dentro di noi di che tipo di rabbia si tratta. Infatti esprimerla, sapendo che come motivazione abbiamo il bene della persona umana, che siamo noi stessi o gli altri, è doveroso. Sempre che facendolo, non distruggiamo l'altro. Qui in gioco c'è l'equilibrio tra la verità e la carità. Gesù oggi, ci si mostra triste. Non esprime infatti la sua ira. Ma la sua è la rabbia più salutare che esista: quella di indignazione per la povertà dell'uomo a cui viene negata la guarigione in nome delle leggi che vengono messe al centro a scapito della vita umana. E si, Egli guarisce...per ripicca. E' un eccellente esempio di come trasformare quell'energia che di per sé potrebbe essere distruttiva, in qualcosa di buono. Anche noi possiamo fare qualcosa di buono... alla faccia di ciò che ci fa venire i nervi. Ecco un'altra dimensione di quello che possiamo essere, ad imitazione di Cristo.
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mercoledì 18 gennaio 2017
Una rabbia che sana
Sicuramente hai presente qualche momento della tua vita in cui eri arrabbiato/a e l'hai tenuto dentro. Forse per paura di essere giudicato o per non ferire l'altro...alla base di tutto sta il nostro bisogno di essere amati. Spesso in questo bisogno inciampiamo e ci confondiamo, non sapendo più chi e che cosa stiamo mettendo al centro e se realmente stiamo mettendo al centro qualcosa, o solo restiamo dentro un meccanismo simile al cane che si morde la coda. Infatti spesso una rabbia trattenuta dentro si trasforma in una tristezza quasi o propriamente depressiva... figuriamoci quando questo atteggiamento viene da noi assunto a vita! Si, ci manca un po' di libertà nell'esprimere i nostri sentimenti, forse nessuno ci ha insegnato a distinguere e discernere sia quelli buoni e quelli distruttivi... Perché si, anche la rabbia può sanare. Noi sappiamo quante volte ci indigniamo con le persone a cui vogliamo bene. Abbiamo diritto e dovere di esprimere questa rabbia... ma prima abbiamo dovere e diritto di assicurarci dentro di noi di che tipo di rabbia si tratta. Infatti esprimerla, sapendo che come motivazione abbiamo il bene della persona umana, che siamo noi stessi o gli altri, è doveroso. Sempre che facendolo, non distruggiamo l'altro. Qui in gioco c'è l'equilibrio tra la verità e la carità. Gesù oggi, ci si mostra triste. Non esprime infatti la sua ira. Ma la sua è la rabbia più salutare che esista: quella di indignazione per la povertà dell'uomo a cui viene negata la guarigione in nome delle leggi che vengono messe al centro a scapito della vita umana. E si, Egli guarisce...per ripicca. E' un eccellente esempio di come trasformare quell'energia che di per sé potrebbe essere distruttiva, in qualcosa di buono. Anche noi possiamo fare qualcosa di buono... alla faccia di ciò che ci fa venire i nervi. Ecco un'altra dimensione di quello che possiamo essere, ad imitazione di Cristo.
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