martedì 28 aprile 2020

un peso per riposarsi

Mt 11,25-30


Assurdo. Invitare uno che è stanco e sfinito a riposarsi e subito dopo dirgli di prendere su di sé un peso... tuttavia è pure vero che quando noi nel nostro quotidiano torniamo a casa, e vogliamo deporre i pesi della giornata, ci togliamo i vestiti "ufficiali", ce ne mettiamo di altri: il pigiama, la vestaglia, la tuta. La vita umana è sempre rivestita. E siamo sempre noi a decidere ciò che "ci mettiamo addosso". Infatti l'invito che ci fa oggi il Signore, non è un riposo di inerzia, il non fare nulla, quello vuoto, che dà l'impressione di essere spazio di rilassamento, ma in realtà è solo un cessare di agire, con la speranza di recuperare le forze. Siamo invece invitati a rivestirci di quel peso leggero che, mentre ci permette di staccarci da ciò che ci appesantisce la vita, perché la distrae dal suo centro, cioé dall'unico punto di riferimento che è Lui. Questo tipo di distrazione, cui siamo spessissimo sottoposti, produce una stanchezza moltiplicata, una dispersione di energie,  fino a quando non ricentriamo la nostra vita sull'unico vero centro. A questo tra l'altro nel nostro cammino spirituale, serve l'esame di coscienza: per poter leggere le nostre giornate illuminando la loro lettura, col mettere al centro il faro, il peso della sua presenza, il kabod, la gloria, e riorientare tutto attorno a Lui. Allora si ritorna pure alla mitezza e all'umiltà del cuore, perché si scopre che senza di Lui non siamo/possiamo/abbiamo nulla. E anche quando ci sentiamo elefanti, come nella foto, sappiamo che è Lui che ci porta, come quel pallone aerostatico colorato e coraggioso, che con la sua leggerezza, ci rende leggeri, nella misura in cui ci lasciamo portare da Lui.

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