sabato 25 aprile 2020

lontano dagli occhi, vicino al cuore

Lc 24,13-35

Ancora una volta, in giro di pochi giorni, ci troviamo sulla strada di Emmaus, affianco ai due fuggitivi. 
Questa volta possiamo spostare la nostra attenzione sul momento preciso in cui loro hanno riconosciuto il Signore nello spezzare del pane. La conseguenza dell'illuminazione che vivono, è istantanea, Egli sparisce dalla loro vista. Mah, insomma, proprio quando l'hanno riconosciuto e potevano finalmente godere della sua presenza, doveva sparire? Invece è proprio così che succede anche a noi. Quando davvero incontriamo il Signore nella nostra esperienza di vita, spesso proprio nel momento di lutto e di difficoltà, egli in qualche maniera sparisce. Non si fa sentire, perlomeno non come noi vorremmo percepirlo... da un lato questo succede proprio perché Lui è Dio e non può essere inquadrato nelle nostre categorie, e nessuno lo può "possedere" del tutto in questa vita, anche se la tentazione è sempre quella. D'altra parte succede questo, nell'incontro con Lui, perché Lui passa dagli occhi, al cuore e vi prende dimora. Il vero incontro con Dio fa sì che noi cominciamo a "portarlo in giro" e non perché Lui sta appiccicato a noi, ma perché la nostra vita, il nostro cuore comincia pian piano ad assomigliare a Lui e noi... evangelizziamo. Anche senza parole. Diventiamo missionari. Con le nostre opere e con i nostri modi di stare al mondo, noi evangelizziamo tutto ciò che tocchiamo. Il cuore arde. In questo senso infatti, lontano dagli occhi, ma di certo non lontano dal cuore, anzi più vicino. Coltiviamo allora questa presenza dentro di noi. Se sai che Lui abita dentro di te, pensa: gli hai detto oggi che lo ami? Parlagli: lui ti aspetta proprio lì, lontano dagli occhi, vicino al cuore. 

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