giovedì 27 agosto 2020

olio extra-vergini

Mt 25,1-13

Ogni volta che lo si legge, il Vangelo di oggi suscita qualche perplessità o al limite si presta a qualche distorsione...
'Ste disgraziate di vergini che avevano la scorta dell'olio, non potevano condividerlo con quelle poverette a cui ne era mancato??? Non sarebbe stato un gesto di fraternità, di gioia condivisa, di aiuto fraterno, di accompagnamento reciproco incontro al Signore? Boh... Perché viene lodato l'atteggiamento di quelle che si tengono il loro olio e non ne danno ad altre? 
Occorre andare al nocciolo della questione. Fondamentalmente non ci sono differenze tra le prime 5 e le altre 5. Nessuna differenza, tranne quel piccolo vasetto d'olio, riserva di sostanza che è substrato per l'incontro vitale con lo Sposo. Mentre penso a questa scena, mi viene inevitabile in mente la frase di san Massimiliano Kolbe, che diceva che la sorgente della felicità sta dentro l'uomo, non fuori, un po' alludendo a ciò che già Agostino, cui festa ricorre oggi, diceva Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai. Sì, perché tu eri dentro di me e io fuori. Lì ti cercavo. Deforme, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature. Eri con me, e non ero con te. Mi tenevano lontano da te le tue creature, inesistenti se non esistessero in te. Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità; balenasti, e il tuo splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza, e respirai e anelo verso di te, gustai e ho fame e sete; mi toccasti, e arsi di desiderio della tua pace.
Proprio per questo le 5 vergini stolte non possono incontrare lo Sposo. O meglio, non si danno da sole la possibilità di vederlo, di vivere con Lui, perché non hanno l'olio. L'olio è quella felicità dell'incontro costante con Lui, che non dipende dai nostri compagni di viaggio, di chi si trova accanto a me in questo momento, chiunque esso sia, anche l'amico più grande. E' qualcosa che sgorga dalla mia intimità e che mi tiene attaccato a Dio e grato per ogni occasione per incontrarlo. Ora se uno ha trovato dentro di sé questa felicità, non può dimenticarsi l'olio. E non può nemmeno pretenderlo dagli altri. Perché tutto ciò che umanamente preteso dall'altro, finisce presto e distorce quella che è la felicità stessa, cioé una condizione permanente sia nella gioia del momento, sia nella tristezza. Come dire: non potevano veramente le vergini stolte "spremere" le loro colleghe (ed estrarre da loro l'olio, per dire così, farne un olio extra-vergini) per attingere da loro. Sarebbe fare parassiti sulla felicità altrui, credendo che questa possa venire da fuori. Si, la gioia contagia, la felicità pure, per cui io vedendo una persona felice posso andare alla scoperta di felicità, ma quella viene sempre dal di dentro di me.

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