L'esito dell'episodio che oggi ci racconta l'evangelista Matteo, sia piuttosto triste e noi siamo sempre abituati a vederlo a partire da quello che il giovane in questione NON ha fatto/capito/compiuto ecc. Tuttavia c'è una luce a mio avviso molto importante in questo brano, quella luce che è arrivata in realtà ad illuminare la vita del ragazzo. E' la seconda domanda che egli pone. E' la verbalizzazione di quello che veramente "disturba" la sua esistenza. Non è la questione del "fare qualcosa di buono". Infatti Gesù risponde con molta immediatezza e senza scendere nei particolari. E subito dopo arriva la vera domanda "che altro mi manca?".
Quando tu percepisci, nella tua ricerca, una mancanza che non sai ben definire, non è detto che tu debba farti dei viaggi mentali o degli sforzi di introspezione per ottenere la risposta. Questo sarebbe rimanere sempre al livello: "io mi chiedo cosa devo fare". Il salto in più, salto di qualità della tua domanda invece è quando tu chiedi a Lui cos'è che realmente ti manca. Lui ti darà la risposta, come fece con il giovane ricco. Oppure... potresti scoprire che è Lui la risposta...
Quando tu percepisci, nella tua ricerca, una mancanza che non sai ben definire, non è detto che tu debba farti dei viaggi mentali o degli sforzi di introspezione per ottenere la risposta. Questo sarebbe rimanere sempre al livello: "io mi chiedo cosa devo fare". Il salto in più, salto di qualità della tua domanda invece è quando tu chiedi a Lui cos'è che realmente ti manca. Lui ti darà la risposta, come fece con il giovane ricco. Oppure... potresti scoprire che è Lui la risposta...
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