lunedì 3 agosto 2020

assenza di dubbi, assenza di fede

Mt 14,22-36
Di certo ciascuno di noi ha vissuto l'esperienza di quella sorta di "rimprovero", ricevuto da una persona per noi importante, di fronte ad un dubbio da noi espresso. "Come mai dubiti? Non ti fidi di me?" Ed è subito senso di colpa. Un misto di sentimenti che lo creano dentro di noi, di certo è frutto della relazione, di un intercorrere di reciproche attese, di giochi relazionali, di avvicinamenti e lontananze. Chissà se noi stessi o qualcuno per noi, abbiamo mai avuto il coraggio di scacciare il senso di colpa e di pensare che, se c'è il dubbio, è semplicemente perché c'è la fede, cioè nel contesto relazionale, c'è la fiducia, c'è il legame. 
Gesù fa esattamente questa domanda oggi, a Pietro, dopo averlo tirato fuori dalle acque, su cui egli aveva cominciato a camminare. L'iniziale atto di fede e di fiducia, lascia spazio alla paura, cioè al ripiegamento su se stesso, e sui limiti delle proprie possibilità, oppure su un'impossibilità... e immediatamente si sveglia la consapevolezza che senza di Lui non può nulla. Ritorna la fiducia nel Signore, viene la salvezza e arriva la fatidica domanda: perché hai dubitato? Cambierei questa domanda in: "dov'è la sorgente del tuo dubbio?" Gesù non fa la domanda per rimproverare la mancanza di fede di Pietro. Invece gli fa vedere come il ritorno a Lui è espressione di una fede che non cessa, nemmeno quando si affaccia il dubbio, frutto della debolezza umana. Se non ci fossero dubbi, significherebbe che siamo in una certezza assoluta, quella che non appartiene al nostro mondo. Se ci sono dubbi, sotto c'è la fede, anche se dovesse essere solo una scintilla. C'è. E questo basta.

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